Che cosa succede se un dipendente si accorge che il capo della sua azienda ruba e decide di non distogliere lo sguardo? Se di fronte alla scelta tra salvare la propria carriera o la propria coscienza, opta per quest'ultima?
Nel febbraio 2015 Andrea Franzoso, funzionario dell'internal audit di Ferrovie Nord Milano, scopre che il presidente dell'azienda utilizza denaro pubblico per i propri interessi. Fra le "spese pazze" c'è veramente di tutto: film porno, viaggi, abiti firmati, regali ai politici amici e oltre 180 mila euro di multe accumulate da suo figlio con l'auto aziendale. Franzoso segnala il tutto internamente ma gli dicono di lasciar perdere, quindi presenta un esposto alle forze dell'ordine. Parte così un'inchiesta della procura di Milano per peculato e truffa aggravata: il presidente è costretto a dimettersi ed è rinviato a giudizio. Andrea Franzoso, invece, viene trasferito in un altro ufficio, senza più alcun compito di controllo. Attorno a lui si fa il vuoto: i colleghi gli voltano le spalle e lo isolano. Alla fine, perde il lavoro.
Questo libro è il racconto di quella vicenda, e una risposta alla domanda che ci poniamo tutti: vale la pena essere onesti?
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