Quando è poco più che una ragazzina con la chitarra in spalla, sulla rampa di lancio della carriera che ha sempre desiderato, Erica viene costretta a una conversazione in cucina con la madre. “Devo dirti una cosa per la quale mi odierai”: questa frase fa temere a Erica che Lucia, sua madre, non sia d’accordo con il progetto di andare a vivere con l’uomo che ama, lì nel suo paese di origine dell’hinterland pugliese, ma la realtà sarà molto più sconcertante. Lucia, cinquantaquattrenne professoressa di matematica, le confessa di avere un cancro al colon. A raccontare la storia della sua malattia, dieci anni dopo la sua morte, sarà Erica attraverso le parole del diario di sua madre, un diario della malattia che Lucia comincia a scrivere per esorcizzare le emozioni negative e non perdersi, sempre in bilico tra emotività e razionalità. In quel futuro che per lei è presente Erica, costretta a letto all’inizio di una gravidanza, trova il coraggio di leggere il racconto di quei giorni e di ripercorrere i nove mesi di quella malattia che ha azzerato il suo mondo e cambiato per sempre anche la sua storia. Nel futuro che è il suo presente, scoprirà la voce di una donna, che è stata sua madre, i suoi pensieri per lei, suo padre Dino e suo fratello Mirto, la paura e le fragilità di una donna eccentrica, solare e arrabbiata con la vita che sente in pericolo. La malattia è l’occasione per la figlia e la madre di conoscersi meglio, di scoprirsi più leggere e diverse di quanto avessero creduto.
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