"Ho trentacinque anni, un buon lavoro, un bello stipendio, un appartamento al quarantesimo piano e vivo nella città più desiderata del mondo. Eppure sento che dentro questo quadro di luci e movimento non riesco più a trovare la mia dimensione. In realtà non so neanche bene quale sia stato il momento esatto in cui ho smesso di provare fiducia in New York, e in me stesso. Ma questa città è così: quando inizi a credere che tutto scorra senza motivo, lei ti sorprende e ti spiazza ancora una volta."
Il protagonista di questa storia ha perso quell'indefinitezza ed entusiasmo adolescenziale, quella voglia di vivere senza la quale anche New York diventa una città noiosa. Eppure ogni notte, affacciandosi alle finestre del grattacielo dove vive, il fascino di New York lo conquista, come se, con i suoi rumori solitari, cercasse di scacciare quei dubbi per trattenerlo a sé. La sirena dell'ambulanza, un taxi, uno strillo dal nulla, e poi pompieri, camion della spazzatura, clacson, una manifestazione. Una meravigliosa democrazia americana che si realizza di notte, quando inizia una danza infinita di incontri casuali, che sono l'essenza di questa città magica. Ma poi arriva la mattina, ti alzi e pensi: "In che razza di posto sono finito?".
Solo un incontro inaspettato, un sentimento che mette tutto in discussione, insomma una ragazza speciale, può aiutarlo a darsi una risposta, a guardarsi dentro: scegliere l'amore, una famiglia o continuare a vivere in quello sfavillante luna-park di vetro, strade, neon, ristoranti e club che è New York?
Piero Armenti, in questo romanzo profondo ed emotivo, racconta un lato diverso e inedito di New York: le ombre che la costellano sotto le luci scintillanti dei grattacieli, dei silenzi assordanti in mezzo alla folla rumorosa, degli amori impossibili che uniscono le tante solitudini che la popolano.
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