I conflitti non risolti rovinano le relazioni. Per poterli superare occorre innanzitutto: - prenderne consapevolezza (non rimuoverli); - osservare e analizzare attentamente le dinamiche in atto, separando i fatti dalle opinioni; - assumerci le responsabilità che ci competono per gli errori commessi; - - intraprendere con umiltà, fiducia e pazienza un processo di ricostruzione. Ma i conflitti che ci vedono contrapposti agli altri non si risolvono se prima non abbiamo superato le nostre conflittualità interiori. Eraclito affermava: non ci sono demoni che opprimono gli uomini. Quel “daimon” è in realtà il carattere delle persone. Il temperamento non è dato da un Dio nevrotico. Ognuno sceglie il proprio carattere, e così il proprio destino, in base a come agisce, spiega Platone con il mito di Er. Siamo gli attori ed anche i registi della nostra vita. Consideriamo tuttavia che nessun errore è irreparabile. Ogni uomo è un mondo a sé, un territorio inesteso fatto di vette e precipizi. Anche quando osserviamo i suoi precipizi, mai dimentichiamoci delle sue vette. Per i limiti intrinseci all’umanità, occorre fare esercizio continuo per calare i valori dell’Assoluto nel relativo, e questa è la via che conduce all’armonia con noi stessi, con gli altri, con ogni forza universale. Come riuscire a raggiungere questo obiettivo? Cosa demolisce in nuce la tendenza a confliggere? Quale tipologia di comunicazione genera armonia e quale invece crea muri e barriere? Qual è il confine tra la nostra assunzione di responsabilità e quella altrui? Questo ascolto rappresenta una efficace guida pratica alla risoluzione dei conflitti.
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