«La nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo». Con ostinazione e pacatezza, Primo Levi non ha mai smesso di cercare le parole per raccontare l’atrocità della deportazione e del campo di sterminio di Auschwitz, in cui venne internato dal febbraio 1944 al 27 gennaio 1945. Parole di testimonianza sconvolgente e di grande potenza narrativa che vengono qui accolte e restituite ad alta voce da Roberto Saviano, in una lettura lucida e partecipata. Un’opera imprescindibile per comprendere il Novecento e l’animo umano.
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