DescrizioneDue giovani ed avvenenti ragazze di Roma, Delia e Silvana, che vogliono diventare ballerine della compagnia di Totò, si dirigono verso Milano, venendo così coinvolte in una serie di peripezie. Mentre sono in viaggio sulla Via Cassia (allora non esisteva ancora l'Autostrada del Sole), il pullman su cui si trovano viene fermato a causa di uno sciopero degli autoferrotramvieri e sono dunque costrette a scendere rifugiandosi presso un contadino vicino Acquapendente, ma l'atmosfera losca della casa le induce a fuggire. Arrivati ad Acquapendente vengono a sapere che la compagnia di Totò si esibisce in un paesino non molto distante di nome Vetrollo (nome fittizio). Raggiunto Vetrollo si dirigono al teatro dove si annuncia la serata con Totò, ma in realtà si tratta di una truffa perché chi si esibisce è solo un sosia del comico napoletano. L'inganno viene scoperto e le due giovani, ancora con i succinti costumi di scena, devono di nuovo darsi ad una fuga precipitosa.
iNFOLingua originale Italiano
Paese di produzione Italia
Anno 1951
Durata 91 min
Dati tecnici B/N
Genere commedia
Regia Carlo Campogalliani
Recensione distanza di anni il film, giudicato in prospettiva rispetto al periodo in cui fu prodotto, fu rivalutato con giudizi di maggiore simpatia. «Una delle commedie più ariose dell'epoca - ha scritto Enrico Giacovelli, che testimonia con il suo successo di pubblico una formula vincente di quegli anni: i film di attrici, o di canzoni, con partecipazioni speciali di comici maschi. Sono gli anni dei film di varietà, che vorrebbero cantarne le luci ed invece ne evidenziano le ombre».
«Le biciclette di Desichiana memoria – ha osservato Gianni Canova mettendo in relazione l'evolversi del cinema con quello delle condizioni sociali - sembrano appartenere già ad un altro tempo. Le aspiranti ballerine Delia e Silvana ricorrono ad esse per inseguire il loro sogno di fama e successo. L'anno dopo la due ruote è già sostituita dallo scooter. L'animazione frenetica e la deambulazione frammentata del racconto riflettono l'eccitazione di un corpo sociale».
Nello «spirito di «improvvisazione indiavolata» di Bellezze in bicicletta un posto particolare fu occupato tra gli interpreti anche da Carlo Croccolo che nel 1951 apparve in ben 9 pellicole, con una continua riproposizione dei suoi personaggi macchiettistici da parte delle produzioni in base a quella che Spinazzola[13] ha definito una politica da «limone spremuto».
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