Ai comandi di un team molto ben addestrato, è nostro compito portare a termine missioni inizialmente slegate tra loro, ma con l'avanzare del gioco unite assieme dal filo della minaccia terroristica. Come avveniva nei capitoli precedenti, avremo la possibilità di controllare un massimo di quattro uomini da soli (assegnando i compiti con apposite combinazioni di tasti) o insieme a tre amici, giocando in cooperativa tramite split screen sulla stessa console, in rete locale o via Internet. Qualunque sia la nostra scelta, la sostanza del gioco o lo svolgersi delle vicende non cambierà di una virgola, sebbene il multiplayer cooperativo sia dove la serie guadagna regolarmente qualche punto extra.
Non sono affermazioni di rito ma è quanto emerso provando un codice PlayStation 2 già molto vicino al completamento, tanto che il doppiaggio (più che buono) era già disponibile nella nostra lingua madre. I nemici, al contrario, riflettono la lingua del paese in cui ci troviamo, con risultati discretamente realistici. Pur essendo gestito come uno sparatutto in terza persona, Conflict: Global Storm si gioca in maniera simile agli strategici in tempo reale, vista la facilità con cui possiamo fallire una missione e/o mancare clamorosamente un obbiettivo. I salvataggi, disponibili in qualsiasi momento (ma numerati) aiutano benché, finora, sia davvero pesante l'impatto della difficoltà, tanto che certi passaggi devono essere ripetuti parecchie volte per avanzare già nelle prime missioni.
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