Darkest of days è l’opera prima della neonata casa di produzione “Phantom EFX” che, dopo aver realizzato videogames dedicati al gioco d'azzardo si è cimentata nella creazione di un FPS. Darkest of days concettualmente parte con le migliori premesse: viaggiare nel tempo, essere protagonisti di diverse guerre del passato e rivivere momenti significativi e bui della storia bellica dell'umanità.
Protagonista della trama è Alexander Morris, un semplice soldato tra le truppe del Generale Custer, alle prese con la sanguinosa battaglia di Little Bighorn del lontano 1876. Le cose per il nostro protagonista si mettono subito male: colpito da una freccia scoccata da un arciere indiano, rimane immobilizzato al suolo. Proprio mentre un indiano sta per farci lo scalpo, qualcuno da un enorme sfera blu tremolante compare affianco a noi e ci trascina via con sé. In tutto, questo prologo dura non più di tre minuti e in un batter d'occhio ci troviamo immersi in un complotto spazio temporale del quale non sperate di capirne un gran che. Il nostro protagonista dopo un veloce briefing con il computer “Madre” della KronoteK, l'agenzia che ha scoperto e rende possibili i viaggi nel tempo, inizia il suo peregrinare tra varie epoche e relative battaglie. Motore di tutto è la scomparsa del “Padre del tempo”, tale professor Koell, fondatore della suddetta agenzia.