L’amara verità è che mangiamo tutti i giorni. E sempre le stesse cose.
Sogno una cucina nella quale non ci sia spazio per la noia, ma per la creatività, l’invenzione, la sperimentazione.
La cucina per me è elasticità mentale, disponibilità a uscire dai confini del nostro "ricettario di famiglia”, che comprende di solito non più di una decina di piatti, anche se siamo figli di chef. La cucina è desiderio di cambiare, di imparare a eseguire e, poi, a inventare.
I miei antipasti vogliono essere questo: idee per stupire e stupirci, scoprendo un’inaspettata abilità, un sapore, un profumo, una mescolanza che non avevamo immaginato.
I miei antipasti sono duttili: si prestano a diventare finger food, colorati piatti da bambini, la scenografica entrée per una cena importante, cibi romantici per una cenetta tra innamorati.
I miei antipasti sono spunti per chi ha voglia di buttarsi e poco tempo a disposizione: per questo sono basati su pochi ingredienti, tutti reperibili, il meno costosi possibile.
Ne manca solo uno: il vostro tocco.
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