La cucina dei genovesi ha subito, nel corso della storia, dall’epoca delle Crociate dell’espansione verso Oriente (contestuale a quella verso il Mediterraneo occidentale), una complessa stratificazione gastronomica, conseguenza di incroci, importazioni, sintesi di elementi mediterranei o comunque di merci di cui il Mediterraneo è stato il filo conduttore. La cuciniera genovese, con sottotitolo La vera Maniera di cucinare alla genovese, frutto delle fatiche di Gio Batta Ratto e, per le edizioni successive alla III, del figlio Giovanni, risale al 1863 ed è da ritenersi il primo saggio completo della cucina del territorio genovese. Nella sua prima edizione il volume raccoglieva 481 ricette; non tutte potevano essere definite correttamente e filologicamente genovesi. L’intento dei Ratto, oltre ad elencare le ricette legate alle tradizioni della città e del suo hinterland, era mettere insieme una summa nella quale si poteva constatare come i genovesi avevano recepito quella tranche di cucina universale che in Italia (ma anche in tutta Europa) era ormai comunemente diffusa e indicata come internazionale.
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