In una notte di luna piena, nella radura di una foresta incantata, la regina delle fate Lulea danza con le sue ancelle: «Stasera non ho voglia di ballare, vorrei trovare un passatempo più divertente. Perché non proviamo a creare qualcosa con i nostri poteri magici? Un mantello per esempio…». Inizia così la storia che L. Frank Baum considerava la sua migliore creazione, «quella che più di tutte segue le orme delle più belle fiabe di una volta». Per non parlare delle orme di Oz. Se lì c’era Dorothy con il suo cagnolino Toto a vagare per il meraviglioso Mondo di Oz, anche in queste pagine il protagonista è un bambino, anzi due: Lallo e sua sorella Fiocco che, grazie al mantello magico, e a una serie di circostanze rocambolesche, si ritrovano l’uno re e l’altra principessa di Nolandia con tanto di corte, consiglieri e sudditi. E anche Nolandia, come il vicino regno di Ix, è popolata di personaggi strani e divertenti: Ruffello, il cane parlante; la zia Rivetta con le sue magiche ali; i temibili Rudi-Rolli, mostri a forma di palla che invadono rotolando il regno di Nolandia; la pluricentenaria Zixi, la regina strega che, non appena viene a sapere dell’esistenza del mantello, cerca in tutti i modi di impadronirsene. Il mantello ha infatti il raro potere di realizzare i desideri di chi lo possiede, ma a due condizioni: la prima è che chi lo indossa non lo abbia rubato; la seconda è che il desiderio da realizzare sia solo uno, il primo… Una storia sul valore dei sogni e dei desideri, perché, come capiranno i protagonisti, spesso «è una fortuna non poter avere tutto ciò che siamo così sciocchi da desiderare». Per la prima volta tradotta in Italia, questa fiaba insieme classica e fortemente moderna riceve la smagliante veste delle illustrazioni di Aurélia Fronty, che con i suoi colori fantasmagorici e i contorni filiformi dei suoi personaggi ci porta per mano alla scoperta di un regno magico e avventuroso ai confini del Mondo di Oz.