Paolo Pedicini - Il diavolo e l'acqua sporca (2024)

Paolo Pedicini - Il diavolo e l'acqua sporca (2024)
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Alberto Toracca, Commissario di Polizia da poco in pensione, decide di tornare a vivere a Ischia, luogo in cui ha lavorato a lungo e al quale è legato da vincoli affettivi. L’isola, infatti, gli ha permesso d’incontrare la donna di cui l’amore gli aveva sempre parlato.
Qualche anno prima del suo ritorno un brutale omicidio aveva allontanato la tranquillità dal luogo e Toracca assiste al processo a carico di Giacomo Ciotta, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie a coltellate.
Durante il dibattimento l’ex funzionario viene assalito dal sospetto che l’indagato sia vittima non di un errore ma di accanimento giudiziario. Col tempo scoprirà che tra le persone coinvolte nella vicenda giudiziaria il diavolo è uno, ma quelle che peccano senza macchiarsi sono tante. E gli schizzi dei loro comportamenti, intorbidiscono le acque dell’esistenza tingendole di rosso ingiuria.
Tra esse individua la rappresentante della pubblica accusa. L’intuito lo porta a ipotizzare che la donna abbia costruito prove inesistenti, con la collaborazione di un poliziotto, pur di far condannare l’imputato.
Toracca individuato il punto debole dell’accusa si rivolge a un impiegato del tribunale e gli chiede di aiutarlo a cercare la prova che potrebbe salvare un innocente. L’uomo offre la propria disponibilità non per una questione etica, di cui rifiuta l’esistenza, ma per il piacere di scompaginare le carte della Piemme.
L’intervento del funzionario contribuisce a demolire le accuse che nel processo di primo grado avevano portato alla condanna dell’imputato, vittima, quindi, di un’azione spregevole quanto il delitto stesso.
Ma Giacomo doveva pagare e la sua assoluzione provoca conseguenze impreviste. Compresa la morte di un altro innocente.