Martha Moldani - I semi del male Vol. 3. Il fiume scomparso (2024)
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IL FIUME SCOMPARSO è un thriller noir che si sviluppa attorno alle indagini di Frank Corso, un giornalista e scrittore, chiamato a risolvere un caso complesso e intricato nella città di Seattle. La narrazione inizia con la scoperta di omicidi violenti che coinvolgono individui apparentemente senza legame tra loro, ma che rivelano una trama criminale ben più ampia. La vicenda si snoda attorno al fiume Black River, un antico corso d'acqua che, sebbene credesse scomparso, riaffiora in forma di acquitrini. Il fiume, simbolo della persistenza e della sopravvivenza, diventa metafora del maschio che riemerge nonostante i tentativi di seppellirlo. Il protagonista, Corso, è chiamato a scavare nel passato oscuro della città e dei suoi abitanti, confrontandosi con figure ambigue, traffici loschi e una rete di corruzione che affonda le radici nella criminalità organizzata. Durante le sue indagini, Corso incontra Pov, un uomo cambogiano che, come il fiume Nero, cerca di sopravvivere e mantenere la propria identità in un ambiente che cambia e si contamina. Pov diventa uno dei personaggi chiave, una sorta di specchio per il protagonista, rappresentando il legame tra la vecchia vita e il nuovo mondo in cui si cerca di adattarsi. Nel corso del romanzo, emergono tensioni legate a questioni sociali e politiche, come l'immigrazione e il sogno americano. Corso stesso riflette spesso sull'ambiguità morale delle sue scelte e su quanto sia difficile separare il bene dal male, in un contesto in cui i confini tra giustizia e vendetta diventano sempre più labili. L'ambientazione della città di Seattle diventa un altro protagonista del romanzo, descritto con una certa decadenza, tra edifici in rovina e un paesaggio segnato dall'inquinamento. Il ritmo incalzante del racconto e le sequenze d'azione culminano in un finale inaspettato, dove Corso, nonostante i suoi sforzi, è costretto a fare i conti con la complessità e l'impossibilità di riportare l'ordine in un mondo corrotto. L'opera combina elementi di introspezione psicologica e azione, alternando momenti di tensione a riflessioni filosofiche sul senso della giustizia, in una trama che tiene il lettore incollato fino all'ultima pagina. Il romanzo è una riflessione sull'identità, sulla trasformazione e su come le forze oscure, come quelle del fiume sotterraneo, possono riaffiorare in qualsiasi momento. Le storie dei personaggi, come quella di Nhim Pov, un uomo cambogiano fuggito da un campo profughi, o quella di Walter Leroy Himes, un condannato a morte dal passato inquietante, si intrecciano con quella di Corso, in un viaggio attraverso i lati più torbidi dell'animo umano e della società.
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