Le parole e la realtà del Buddha sono ancora oggi attuali e in grado di dare prospettive alla nostra vita, se non fosse per la complessità di lettura delle trascrizioni dei suoi discorsi: una tradizione orale la cui immediatezza si è persa nella fedeltà ai testi scritti. Osho interviene su tale osticità rinnovando un contatto con i contenuti: il testo su cui basa i suoi discorsi non è un originale, bensì una elaborazione appositamente composta in un sutra dei quaranta due capitoli mai esistito in India, e appositamente redatto per introdurre il messaggio del Buddha nella Cina dell’imperatore Ming, nel 67 dopo Cristo. Osho spiega di averlo scelto perché contiene l’essenza della sua visione, estremamente semplice e diretta. E diretto e immediato è il suo presentare un messaggio perenne di realizzazione, arricchito da un senso dell’umorismo che libera queste parole da un alone di austerità che facilmente allontana dal vero.
Gli utenti del Visitatori non sono autorizzati a commentare questa pubblicazione.