Con La voce del mistero Osho, una delle più grandi figure della spiritualità del XX secolo, pone l’accento su una delle differenze di fondo fra la cultura occidentale e quella orientale. L’Occidente ha una scienza del pensiero che si basa sulla ricerca, sulla logica, sull’analisi razionale. L’Oriente ha invece sperimentato che esistono realtà di cui nulla può essere conosciuto tramite il pensiero. Perché il pensiero non è mai originale. Solo Darshan, la “visione”, può esserlo. Di conseguenza, a eccezione dei veggenti, non esistono pensatori originali. Occorre dunque imparare a mettere da parte il pensiero: soltanto così il mistero celato negli oggetti potrà penetrare nel nostro essere, e noi li potremo conoscere dal loro interno. E la realtà potrà essere vissuta, nel profondo.
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