Franco Fortini - Traduzioni disperse e inedite (2024)
Fortini aveva esordito con la prosa nel 1942, traducendo Un cœur simple di Flaubert; e con la prosa, del resto, continuò a cimentarsi, lavorando su Gide, Proust e Kafka. Di sostanziale valore anche ai fini della riflessione teorica fu il suo approccio a Brecht, come attestano le sezioni intitolate Traducendo Brecht di Una volta per sempre (1963), momento significativo della sua opera di poeta in proprio; senza dimenticare la grande impegnativa impresa del Faust di Goethe (1970). Ma lo sconfinato viaggio di Fortini nel mondo della traduzione poetica conta anche episodi rimasti in ombra e degni di riproposta. Oltre alla frequentazione assidua, insieme alla compagna Ruth, della poesia tedesca, la sua vicinanza con la letteratura francese è mirabilmente attestata in versioni da Rimbaud e dai surrealisti; e sorprendente è la traduzione da Chrétien de Troyes apparsa nel «Politecnico» di Vittorini. Sempre lucidamente immersa nel suo tempo anche quando si misura con i classici, l'esplorazione militante di Fortini si muove (in collaborazione con esperti) in molte letterature, come quella polacca o ungherese - con esiti talora memorabili, come Poesia agli adulti di Ważyk (1956) - o spagnola: l'amatissimo Machado, ma anche Manuel Altolaguirre.
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