Paolo Malaguti - Sul Grappa dopo la vittoria (2024)
Un ragazzo che non ha ancora compiuto undici anni sale sul monte Grappa a recuperare rame, piombo, viveri in scatola, perché in pianura, a Sant'Eulalia, la fame fa paura. A fargli compagnia, durante l'ascesa, non trova piú i pascoli di quando era andato col padre, prima della guerra. Salire sul Grappa dopo la vittoria è uno spaesamento. Il verde è scomparso, ovunque domina il nero della terra scossa. I cunicoli e le trincee sono cicatrici di una montagna ferita. Come ferito è il padre, non piú il gigante che dominava i sentieri, ma un uomo stanco che cammina sotto un peso invisibile. Forse è per questo che ha fatto di suo figlio un recuperante. Al padre interessa che il ragazzo veda. In cima al Grappa, i cadaveri sono coperti dalla neve assieme allo stagno delle gavette e al cuoio degli stivali. Di fronte a quei pallidi simulacri di uomini, il giovane non scorge eroi, ma solo vittime di una gigantesca macchina tritacarne. Adesso che ha conosciuto l'orrore, capisce suo padre che tace.
Gli utenti del Visitatori non sono autorizzati a commentare questa pubblicazione.