Jem Calder - Ricompense (2024)
«Per la prima volta nella storia dell'umanità, nessuno è costretto a starsene solo coi propri pensieri», scrive Calder in uno dei sei racconti che compongono quest'ambiziosa raccolta d'esordio. Il telefono, con la sua luce azzurrina, è sempre a portata di mano per fornire sollievo, svago, nuovi incontri e interazioni a ciascuno di noi. Come questo incida sui nostri rapporti, Calder ce lo mostra con precisione invidiabile. Protagonisti della raccolta sono Julia e Nick, che compaiono in cinque racconti su sei (nel sesto vengono sostituiti da un utente uomo e un'utente donna di un app d'incontri). Segni particolari: giovani, precari, ex fidanzati. Nel lungo racconto inaugurale Julia è alle prese con il suo primo lavoro da sous-chef al Cascine, ristorante paneuropeo specializzato in piattini di prodotti stagionali, mentre le dinamiche dell'ufficio in cui Nick fa il copy controvoglia vengono impietosamente e brillantemente dissezionate in Ottimizzazione per motori di ricerca. Sullo sfondo si staglia una città globale, mai nominata ma «a forma di Londra», come ha dichiarato l'autore in un'intervista, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi: un'offerta infinita di locali, caffetterie e mercatini d'artigianato, ma anche aria inquinata e affitti insostenibili. Attraverso scene brevi come post o reel, che ricordano il pulsare delle nostre coscienze e dei nostri schermi, Calder ci racconta gli slittamenti minimi con cui i personaggi cambiano la propria percezione di sé e degli altri, costruiscono identità, prendono decisioni, sempre alla ricerca di una ricompensa emotiva e di una via di uscita dalla loro solitudine.