Antonio Galetta - Pietà (2024)
Al centro di questa storia c’è un paese in campagna elettorale che sembra uno scenario di guerra. Chi parla è un noi narrante spericolato – dentro cui si fondono l’interesse collettivo e l’egoismo, l’idealismo e il disincanto – che sposta febbrilmente gli occhi da «uno di noi» a «uno di loro» alla «donna che ci tradirà». Questo romanzo è un grimaldello: scardina le dinamiche silenziose del potere e facendolo mette a nudo noi. Senza pietà. I partiti candidati all'amministrazione di un anonimo paesino del Sud hanno nomi strani: c'è l'usato sicuro del «Calderone degli uscenti e degli ex-oppositivi», c'è «Casa dolce Casa» che vuole cambiare lo status quo, c'è la studiata vaghezza della «Delegazione locale di una Forza nazionale» e infine gli odiatori xenofobi di «Contro-Riace». Tra queste armate Brancaleone, nei giorni frenetici della campagna elettorale si scatena una lotta feroce e insieme sottile, senza esclusione di colpi, un gioco pericoloso in cui il bene pubblico si sfalda nel tornaconto privato. In questo libro troverete scene grottesche, amori e tradimenti, una galleria di insospettabili cittadini con le loro vite e i loro garbugli. Un inventore visionario, una profetessa dell'odio razziale, un prete, una miriade di politicanti dotati di molti interessi ma poche idee... E poi troverete una storia in prima persona plurale, raccontata da un «noi» temerario che coincide con le voci di chi, in paese, decide di scendere in campo e schierarsi. Il risultato è un'analisi sul potere lucidissima e divertente, che indaga i meccanismi sottili della persuasione, racconta il valzer del compromesso, i tentacoli della criminalità, le sofisticazioni della cosa pubblica.
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