Martin Amis - I mostri di Einstein (2024)
I racconti che compaiono in questa raccolta, pubblicata per la prima volta nel 1987, potrebbero essere definiti «preapocalittici», perché a Martin Amis non interessa tanto indugiare nella descrizione di una terra devastata da un'ipotetica guerra nucleare, ma guardare alla realtà che lo circonda attraverso la lente della sempre incombente minaccia atomica. Se solo si prendesse sul serio la portata del rischio rappresentato dalla strategia apparentemente razionale ma fondamentalmente assurda della deterrenza nucleare, sostiene l'autore nella sua introduzione, allora la mostruosità della vita di ogni giorno apparirebbe in tutto il suo grottesco orrore. Ed ecco dunque le sarcastiche, agghiaccianti invenzioni narrative di questi cinque racconti: un erculeo immigrato polacco capace di sollevare a mani nude un'automobile sceglie di non vendicarsi degli autori di un brutale assassinio per non dare il suo contributo a «una disgrazia eterna. Se li avessi ammazzati, sarei ancora forte. Ma bisogna pure che qualcuno faccia il primo passo». Lo schizofrenico Dan viene ospitato dallo zio Ned nella sua casetta sul lago nella speranza che quell'idillio rurale lo riporti alla ragione; ma all'origine della sua schizofrenia c'è il lavoro di «papà, uno dei padri dell'era nucleare», e quella è una schizofrenia da cui non si guarisce. E poi troviamo rivisitazioni del mito di Andromeda, fra queste pagine, e scorrimenti veloci della storia del nostro pianeta.
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