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Un vecchio palazzo del centro, di una qualsiasi città in Italia, vede passare la storia, crolla sotto i bombardamenti, cede nell’abbandono del dopoguerra. Viene ristrutturato, acquistato, venduto, e infine suddiviso secondo criteri diversi da quelli degli aristocratici medievali che l’avevano costruito. I negozi del pianterreno, gli appartamenti dei piani nobili, e nel seminterrato, il sottomondo di studenti, precari, semiclandestini che vivono in affitto. Niente sembra destinato a cambiare, e forse, in fondo, niente cambia davvero. Ian Alberici, italianissimo e facoltoso avvocato, di ricca e nobile famiglia, affascinante, intelligente, pieno di qualità, sposato con un’attrice televisiva dalla carriera in ascesa, è il nuovo proprietario dello stabile. Stella Salieri, laureanda in veterinaria, già lavoratrice nell’ambulatorio posto a pianterreno, vive nel seminterrato, in un monolocale che niente ha a che vedere con l’attico eccelso nel quale risiede la sorella di Ian, che ha lasciato la tenuta di famiglia dopo che un evento terribile ha stravolto per sempre l’esistenza degli Alberici. Destinati a non incrociarsi mai, i loro destini convergono, si ingarbugliano, e non ci sarà più modo di districare la matassa. Dall’attico al seminterrato, e poi dal seminterrato all’attico, Ian e Stella hanno entrambi disperatamente bisogno di sfuggire alla condanna delle rispettive esistenze, e soltanto quella che dovrebbe essere una squallida storiella clandestina riuscirà a risollevarli dalla condanna che li ha intrappolati, rispettivamente, nell’attico e nel seminterrato. Forse, l’amore può rimediare all’ingiustizia. Ma abbandonare il proprio piano non è facile.
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