Da quando la Walt Disney, poco più di cinque anni fa, si ispirò al ciclo di Prydain per la realizzazione di uno dei suoi migliori lungometraggi, Taran e la Pentola Magica, l'opera fantastica di Lloyd Alexander è circondata da un alone un po' particolare: vista, insomma, come un sia pur encomiabile esempio di letteratura tipicamente giovanile, una "fantasy" propedeutica, lontana dalla piena maturità narrativa di altre opere del genere. Si tratta di un pregiudizio piuttosto curioso, ma che vede Alexander in ottima compagnia. Volendo tralasciare i casi di Alan Garner (tuttora ignoto in Italia) e di Andre Norton, che in effetti hanno largamente scritto anche e solo per l'infanzia, vorrei ricordare altri due casi davvero eclatanti. Il primo, straordinario, è quello de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, un libro che, pur suscitando una vastissima eco, fu vissuto da molti, all'atto della sua uscita, come un'opera da nursery...