In un'atmosfera tesa e allucinante, misteriosa e ambigua, James realizza con grande maestria una delle sue opere più riuscite: solo in apparenza una storia di fantasmi, "II giro di vite" organizza e lega al suo interno una notevole quantità di temi. Asse privilegiato del racconto è però la ripetizione: i due "revenants" che si accampano sulla scena del romanzo non sono altro che la figura retorica dietro la quale James nasconde, e svela, il problema di ciò che ritorna, ciò che si ripete. Attraverso l'utilizzo di una tecnica narrativa "sperimentale" - che adotta il limitato punto di vista dei personaggi - James anticipa i procedimenti metaletterari del romanzo del Novecento.
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