Roberto Vacca - Perengana (1977)

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‒Hanno deciso che gli ingorghi stradali non si possono eliminare con nessun mezzo: allora pensiamo a non perdere quel tempo che aspettiamo incolonnati, ma a guadagnarlo pregando ad alta voce. Da oggi pregare è obbligatorio.‒Hanno proibito i film in cui nella stessa scena appaiono due persone di sesso diverso, anche se sono vestite e non si toccano.‒Hanno proibito i discorsi inutili (ma anche questo è un discorso inutile).‒Hanno deciso che la televisione trasmetterà ogni giorno lo stesso programma.‒Hanno deciso che le previsioni necessarie per i piani governativi si faranno studiando le macchie sul fegato degli animali.‒Hanno deciso che il solo modo per far pagare le tasse ai grossi contribuenti è di assoldare dei ladri di stato che vadano a rubare gli importi stabiliti dal fisco.Tutte queste cose succedono nell'isola di Perengana ‒ un'isola grande due volte la Sicilia e che sta grosso modo al posto di Pantelleria. Sono cose assurde, che possono succedere solo in un paese arretrato, complicato, ambizioso e sbagliato ‒ un paese che sta all'Italia come l'Italia sta a paesi più avanzati, come quelli anglosassoni. Sono cose assurde ‒ ma nel nostro paese non ne succedono di altrettanto assurde? Questi racconti rispecchiano quasi vent'anni di satira del costume italiano. È una satira colta e giustamente piena di humour e di paradosso, che ha per nonni Voltaire e Swift e per zio George Orwell: ma è una satira concreta, che non lascia dubbi su quali siano le cose o le persone satirizzate (gli integralisti cattolici, i gauchisti o i fregnacciari professionali); non cerca scappatoie simboliche e non lascia al lettore il compito di completare il testo con significati arbitrari. È una satira tanto precisa che viene voglia di indagare se non sia a chiave. Però non si tratta di un esercizio di enigmistica: i racconti sono anche semplicemente divertenti. Molti se ne appassionano: il numero dei perenganologi cresce ogni giorno.