Il capolavoro di uno degli autori italiani fondamentali del Novecento è uno scavo che sconvolge per l'intimità delle rivelazioni e per la sapientissima ironia, per il ritmo frenetico e incalzante, che ne fa un omologo italiano del "Lamento di Portnoy" di Philip Roth. Scritto su invito del suo psicanalista, il romanzo permette a Berto di scatenare la nevrosi innescata dalla morte del padre in un racconto da cui è impossibile disincagliarsi, per la furia stilistica e l'energia emotiva che l'autore profonde in un miracolo di prosa, mentre adolescenza, crescita e maturità del protagonista si sviluppano in quadri di indimenticabili, eppure lieve drammaticità, che restano memorabili e veicolano una pietà, verso l'universo umano intero, che fanno de "Il male oscuro" un'acquisizione perenne della storia del nostro romanzo.