Definita come una grande parabola negativa, l’opera di Samuel Beckett - scritta in francese e quindi tradotta in inglese dallo stesso autore - merita di essere vista o almeno letta. Tutta d’un fiato, spezzando quel tempo morto che la caratterizza, mettendo in movimento i personaggi passivi, arresi di fronte alla staticità assurda di una situazione che non ha niente da offrire eppure uniti, solidali in quel non fare che diventa attività frenetica. E alla fine chi sia Godot non ha alcuna importanza. Si fa attendere, quindi esiste, e se lo aspettiamo dal 1953 un motivo dovrà pur esserci.
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