Eva Serena Pavan - Codice Sorgente [Anteprima - Versione ridotta] (2014)

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data: – 03.06.2014, 20:39
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Commenti: 19
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Descrizione articolo
 
Eva Serena Pavan
Codice Sorgente
2014 | True PDF + EPUB + MOBI | 0.6 MB
 
[Anteprima - Versione ridotta]
 
Questa anteprima inedita apre l'Operazione simpatia, una vetrina a disposizione degli scrittori che, come la signora Eva Serena Pavan, vogliono far conoscere un'anteprima inedita dei loro lavori.
Grazie, Eva Serena, per la tua simpatia e disponibilità!
 
Trama
Milano. Facoltà di informatica. Quattro amici con la passione di creare videogiochi e il sogno di sfondare, un giorno, all'Independent Game Festival. Uno di loro, Fulvio, sembra a un passo dall'obiettivo: sta infatti iniziando il tirocinio in un'azienda di videogiochi. Fulvio è uno bravo, se si butta in un progetto lo realizza a perfezione. Però oltre al tirocinio ci sono anche gli esami da dare entro gennaio, i soldi per l'affitto da risparmiare sulle uscite serali, e una storia nascente con una ragazza che forse è vera, forse no. Quando la realtà non segue i programmi, è forte la tentazione di chiudersi in casa e inventarne una virtuale, che risponda ai comandi. E quando si resta indietro con gli esami, è più facile fingere di essere in regola, sperando di riuscire a recuperare in tempo. Ma in una situazione instabile, la tensione cresce e il rischio di crash incombe. Tratto da una storia vera, lo scontro tra realtà e desideri, tra le proprie aspirazioni e le aspettative dei familiari porterà a un esito imprevedibile e a un finale che, come tutte le storie vere, resta sempre un po' da scrivere.
 
Breve recensione di sarasaint82
Questo è il primo romanzo di Eva Serena Pavan, ma forse dovrei dire il suo primo "game", perchè è, sorprendententemente, scritto come un videogame, ma parla di sentimenti ed emozioni, quelli che sono dentro di noi e che in questa storia ritroviamo e ricononosciamo nostri. L'Autrice ce li racconta con semplicità e in modo così intimo, che piano piano ci prende, ci trasporta e ci trattiene, con il fiato sospeso, fino alla fine, travolgente, intensa, come le ansie, le emozioni, i sogni, le speranze e le tensioni, e la realtà e l'irrealtà di Fulvio, il protagonista, che rifiuta la vita vera, fatta di difficoltà, scadenze, delusioni e si rifugia in quella virtuale, che risponde ai comandi... ma anche il freddo e impersonale "codice sorgente" ha un'anima: quella di Fulvio, e di tutti noi.
 
Eva Serena Pavan supporta l'organizzazione CIAI (centro italiano aiuti all'infanzia), è stata educatrice IPSIA Acli nei campi di lavoro in Bosnia Erzegovia, traduttrice dall'inglese per Amnesty International, lettrice volontaria alla biblioteca civica di Verona for children.
Prima di Codice sorgente E.S. Pavan ha pubblicato:
Rosalinda e i segreti, un racconto lungo
Trama: Rosalinda non esce mai di casa, nemmeno per andare a scuola: è sempre ammalata. Un giorno, un dottore le prescrive una nuova cura: Rosalinda dovrà andare a una mostra di quadri, nascosti in un luogo misterioso. Ma che cosa c'è in questi quadri? Chi è l'Artista che li crea? E perché Rosalinda deve vederli da sola, senza essere accompagnata da nessuno? Rosalinda e le sue amiche decidono di scoprire il segreto dei quadri: per farlo, dovranno [...]
Ci vuole l'autunno, una delicatissima fiaba
Trama: Che noia la pioggia! Regina si annoia. Come tutti i bambini, vorrebbe che l'estate non finisse mai. Ma che succede quando un'angelo distratta esaudisce il suo desiderio? All'inizio sembra tutto perfetto, però poi iniziano i problemi: dove andranno gli uccellini? E le sirenette? Si sa, anche loro hanno bisogno di andare in letargo... Una fiaba per rivalutare l'autunno, questa stagione bistrattata, illustrata dai celebri quadri di Julie Bolton...
 
 
a Eva Serena Pavan
Grazie di cuore per la tua anteprima: è bella, varia, accattivante, indicativa, intrigante.
sarasaint82
 
 
 
 
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  1. | Pubblicato 5 Giugno 2014 23:02

    Quote: evasere
    Ciao a tutti, eccomi di nuovo "a casa".
    Ti ringrazio molto per la disponibilità, Hellvis: hai ragione, è difficilissimo valutare il proprio lavoro! Proprio per questo, durante la stesura di Codice Sorgente avevo coinvolto una community di game designer italiani (non so se posso riportare qui il nome di quel sito... ma da appassionato di videogiochi sicuramente lo conosci!). Ho scritto nel forum chiedendo lettori disposti a segnalarmi errori, incongruenze etc. Con molta disponibilità e autoironia gli indie-men mi hanno inviato le loro osservazioni (... se hai voglia di ridere, nel loro forum c'è ancora il thread di quella discussione dal titolo "cerco lettori" :tongue:).
    E' dura, far leggere il proprio lavoro a dei perfetti sconosciuti, ma è il modo migliore di imparare. Se ne hai l'occasione, fallo anche tu, è una bella scuola :-)
    Ciao e buone letture... anzi, buone scritture!
    Eva Serena
     

     

    ciao Eva Serena,sono contenta che ti senta a casa,sul nostro sito,e noi ti sentiamo parte della nostra grande famiglia.

    ciao,a presto.

  2. | Pubblicato 30 Giugno 2014 10:58

    TORNADO O FARFALLA,

     

    IN FONDO POTREBBERO ESSERE LA STESSA COSA

     

     Intervista di sarasaint82 a Eva Serena Pavan

    Quando ho postato l’anteprima inedita di “Codice sorgente”, di Eva Serena Pavan, avevo già in mente di fare un’intervista alla scrittrice, non la conoscevo se non per aver letto il suo libro,che mi è piaciuto molto.

     Abbiamo avuto un lungo scambio di pm, poi siamo passate alle mail, e piano piano ho imparato a conoscere “la donna”: gentile, simpatica, educata, disponibile, sensibile, intuitiva, semplice, corretta. E vi assicuro che tutti questi aggettivi non riescono a descriverla completamente. Siamo diventate amiche, ed è difficile esserlo quando non ci si conosce personalmente. Ma è anche facile quando si riesce a percepire l’animo delle persone.

     Allora ho pensato: -- che senso ha chiederle come e quando ha capito che sarebbe diventata una scrittrice? --Che ha provato scrivendo questa storia?- e via di seguito con le solite domandine scioccherelle e concordate.

     

     Eva Serena Pavan è una donna e una scrittrice speciale.

     Io le ho chiesto una cosa speciale.

     

     Questa è la mia intervista a Eva Serena Pavan

     

     

     "È nato tutto da un pettegolezzo. No, dài, un pettegolezzo ha un fondo di cattiveria che lì non c’era. Diciamo che è nato da due chiacchiere tra amiche, quelle belle chiacchierate che fai dopo tanto tempo che non ti vedi. Parli di te, di uomini, di amici e a fine serata arrivi ai conoscenti: “Hai saputo di Tizia?”.

    No, sul serio?!”.

    Io Tizia la conoscevo, anzi la conosco, ci vedevamo la mattina in autobus per andare a scuola. Una ragazza seria, la testa sulle spalle. Impossibile pensare che…

    “E invece è successo anche a un mio compagno del primo anno”.

    “Perché, non vi ricordate quella ragazza che abitava con Carla?”.

    “E il fidanzato di Giulia? Lui ci è andato vicino…”.

    “Pazzesco quello che fa la gente. A me non sarebbe mai successo”.

    “Certo che no!”.

     La notte, però, la risposta non ti sembra più così ovvia: perché a me no?

    Be’, perché io sono più… più equilibrata, più onesta, più organizzata. Forse anche più fortunata?

    Comunque sia, a me non è successo, punto e basta.

    Ma quel pensiero torna ad assillarti come una zanzara: come ha potuto, Tizia? E com’è possibile che nessuno se ne sia accorto?

    Se succedesse alle mie figlie, lo capirei subito. Anche se naturalmente a loro non capiterà mai. E non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo, il perché: perché le sto educando bene, perché il nostro rapporto è costruito sulla fiducia, perché non avranno mai paura di me o del mio giudizio. E bla bla bla.

    Ma… aspetta un attimo: magari hanno già paura di me, e io non lo so. Magari le aspettative che nutro su di loro gli pesando addosso come un macigno sulla schiena.

     D’altra parte, come si fa a educare i figli senza spingerli a impegnarsi, a dare il meglio di sé?

     Ci vorrebbe un radar per capire quando insistere, e quando invece lasciar stare. Io invece pretendo tanto, da loro. Forse troppo…

    Ma no, ma no, calma. Le conosco, le mie figlie. Non cerco di renderle diverse da come sono. Non sono eccessiva. Posso star tranquilla. Giusto?

     Giusto?

     … Sbagliato. Dal primo istante in cui le ho guardate negli occhi, due minuti dopo la loro nascita, mi sono chiesta chi c’era dietro quello sguardo stupito. Non posso dire di conoscerle, più di quanto non conosca chiunque altro.

    E quindi sì, potrebbe succedere anche a loro. Se incontrassero le persone sbagliate. Se l’insicurezza infantile non lasciasse posto alla maturità. Se avessero un crollo. Se, se…

    Non pensiamoci, va’.

    Nei giorni successivi scopro che quello che è successo a Tizia è una storia quasi banale, che entra con regolarità nelle pagine dei giornali. La si potrebbe studiare in laboratorio, estrarne gli ingredienti e individuare le persone più a rischio.

    Ehi, quasi quasi lo faccio io. In effetti è tanto che voglio iscrivermi a Sociologia. Cerco il professore giusto, mi studio tutti i casi su cui riesco a mettere le mani, faccio qualche intervista… e alla fine ci scrivo una bella tesi di laurea, con tanto di raccomandazioni finali.

    Sarebbe un bel contributo per l’umanità, no?

    Come no: un contributo destinato a prendere polvere in un archivio pubblico.

    Tanta fatica per nulla.

    E allora basta, questa storia resterà una chiacchiera da bar tendente al pettegolezzo. Amen.

     

    Che peccato, però, lasciare che si perda così. Qualcuno dovrebbe proprio raccoglierla.

    È come con le foto: vedi qualcosa – un tramonto, un balcone fiorito, un viso – e pensi che devi assolutamente fargli una foto, perché è uno spettacolo troppo bello per farselo scappare.

    Questa storia è così: troppo intensa per farsela scappare. E allora scatti, pardon, scrivi.

     

    Due chiacchiere, un pensiero molesto, una dose di immaginazione: da qui è nato tutto.

    Avessi sempre avuto quell’entusiasmo iniziale, sarebbe stato fantastico.

    Quando hai entusiasmo passi le notti su internet a cercare materiale. Spulci i libri della biblioteca per segnarti una frase interessante. Ti iscrivi a un corso di sceneggiatura perché, certamente, un film spacca più di un libro.

    Quando hai entusiasmo riempi pagine e pagine, poi rileggi e trovi il coraggio di dire: non funziona. Butti via tutto e riparti da zero, cambiando il narratore.

    (Poi ti accorgi che la nuova stesura è anche peggio, e benedici lo strumento “cestino” che dà un’ultima chance ai rifiuti digitali).

    Ma ci sono i momenti in cui ti senti uno straccio.

    Rileggi quello che hai scritto e ti viene la nausea. Ti cancelli dal corso di sceneggiatura perché, suvvia, stiamo scherzando?

    Nascondi l’odioso file dal desktop e te lo dimentichi per settimane, mesi interi.

    Poi un giorno ti viene in mente che il vino ha i suoi tempi. E così pure le gravidanze. E anche le torte che lievitano in forno. E pensi che forse, per raccontare una storia, ci vuole il tempo che ci vuole.

    E allora, di nuovo, ti butti.

    Ti accorgi sgomenta dell’intensità del tuo amore verso il computer. Ti accorgi che, pur avendo scelto un personaggio diverso da te – per età, sesso, professione – lui ti è entrato dentro e sta modificando il tuo modo di pensare. Che sciocchezza, ti dici, è solo una mia creatura.

    Ma lo sappiamo, lui e io. Mi ha risucchiato dentro alla sua storia e io devo scriverla così come me la racconta, con gli stessi omessi e le stesse mezze verità.

     

    E infine, capisci che questa storia ha una sua vita. Che devi lasciarla andare per vedere se saprà viaggiare e raggiungere altre persone.

    Ti chiedi che effetto avrà sul mondo: sarà un tornado o il battito d’ala di una farfalla?

    Me lo chiedo ancora, in effetti. Forse non lo saprò mai. Però mi piace pensare che, tornado o farfalla, in fondo potrebbero essere la stessa cosa."

    Eva Serena Pavan

     

    Grazie Eva Serena, davvero sei più…. GRANDE

  3. | Pubblicato 30 Giugno 2014 22:25

    Ciao a tutti e grazie per l'ospitalità, di nuovo. Non so se il mio romanzo sarà una farfalla o un tornado (tornado, poi... forse a volte sogno troppo in grande!!), ma è certo è che tu, Sara, hai l'energia di un tornado!

    Colgo l'occasione per ringraziare i lettori che mi hanno scritto: siete voi che mi avete dato il coraggio per buttarmi in una nuova avventura. Tra qualche settimana infatti Codice Sorgente sarà disponibile anche come libro "di carta", per arrivare ai lettori non digitali.

    Tre mesi fa, se qualcuno me l'avesse detto, ci avrei riso su. E invece adesso... ho scoperto il potere delle comunità.

    Grazie e buone letture a tutti!

    Eva Serena

     

     

  4. | Pubblicato 30 Giugno 2014 23:01

    Quote: evasere
    Ciao a tutti e grazie per l'ospitalità, di nuovo. Non so se il mio romanzo sarà una farfalla o un tornado (tornado, poi... forse a volte sogno troppo in grande!!), ma è certo  che tu, Sara, hai l'energia di un tornado!
    Colgo l'occasione per ringraziare i lettori che mi hanno scritto: siete voi che mi avete dato il coraggio per buttarmi in una nuova avventura. Tra qualche settimana infatti Codice Sorgente sarà disponibile anche come libro "di carta", per arrivare ai lettori non digitali.
    Tre mesi fa, se qualcuno me l'avesse detto, ci avrei riso su. E invece adesso... ho scoperto il potere delle comunità.
    Grazie e buone letture a tutti!
    Eva Serena
     
     

     

    Ciao Eva Serena,

    bentornata, mi fa sempre un grande piacere ritrovarti qui, è quasi come averti a casa. Tanti tanti auguri per l'edizione cartacea del tuo bellissimo "Codice sorgente", allora si che sarà tornado,ma per me resterà sempre una delicatissima farfalla.

    Grazie Eva Serena,a presto.

  5. | Pubblicato 1 Luglio 2014 11:09

    Quote: sarasaint82
    TORNADO O FARFALLA,
     
    IN FONDO POTREBBERO ESSERE LA STESSA COSA
     
     Intervista di sarasaint82 a Eva Serena Pavan
    Quando ho postato l’anteprima inedita di “Codice sorgente”, di Eva Serena Pavan, avevo già in mente di fare un’intervista alla scrittrice, non la conoscevo se non per aver letto il suo libro,che mi è piaciuto molto.
     Abbiamo avuto un lungo scambio di pm, poi siamo passate alle mail, e piano piano ho imparato a conoscere “la donna”: gentile, simpatica, educata, disponibile, sensibile, intuitiva, semplice, corretta. E vi assicuro che tutti questi aggettivi non riescono a descriverla completamente. Siamo diventate amiche, ed è difficile esserlo quando non ci si conosce personalmente. Ma è anche facile quando si riesce a percepire l’animo delle persone.
     Allora ho pensato: -- che senso ha chiederle come e quando ha capito che sarebbe diventata una scrittrice? --Che ha provato scrivendo questa storia?- e via di seguito con le solite domandine scioccherelle e concordate.
     
     Eva Serena Pavan è una donna e una scrittrice speciale.
     Io le ho chiesto una cosa speciale.
     
     Questa è la mia intervista a Eva Serena Pavan
     
     
     "È nato tutto da un pettegolezzo. No, dài, un pettegolezzo ha un fondo di cattiveria che lì non c’era. Diciamo che è nato da due chiacchiere tra amiche, quelle belle chiacchierate che fai dopo tanto tempo che non ti vedi. Parli di te, di uomini, di amici e a fine serata arrivi ai conoscenti: “Hai saputo di Tizia?”.
    No, sul serio?!”.
    Io Tizia la conoscevo, anzi la conosco, ci vedevamo la mattina in autobus per andare a scuola. Una ragazza seria, la testa sulle spalle. Impossibile pensare che…
    “E invece è successo anche a un mio compagno del primo anno”.
    “Perché, non vi ricordate quella ragazza che abitava con Carla?”.
    “E il fidanzato di Giulia? Lui ci è andato vicino…”.
    “Pazzesco quello che fa la gente. A me non sarebbe mai successo”.
    “Certo che no!”.
     La notte, però, la risposta non ti sembra più così ovvia: perché a me no?
    Be’, perché io sono più… più equilibrata, più onesta, più organizzata. Forse anche più fortunata?
    Comunque sia, a me non è successo, punto e basta.
    Ma quel pensiero torna ad assillarti come una zanzara: come ha potuto, Tizia? E com’è possibile che nessuno se ne sia accorto?
    Se succedesse alle mie figlie, lo capirei subito. Anche se naturalmente a loro non capiterà mai. E non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo, il perché: perché le sto educando bene, perché il nostro rapporto è costruito sulla fiducia, perché non avranno mai paura di me o del mio giudizio. E bla bla bla.
    Ma… aspetta un attimo: magari hanno già paura di me, e io non lo so. Magari le aspettative che nutro su di loro gli pesando addosso come un macigno sulla schiena.
     D’altra parte, come si fa a educare i figli senza spingerli a impegnarsi, a dare il meglio di sé?
     Ci vorrebbe un radar per capire quando insistere, e quando invece lasciar stare. Io invece pretendo tanto, da loro. Forse troppo…
    Ma no, ma no, calma. Le conosco, le mie figlie. Non cerco di renderle diverse da come sono. Non sono eccessiva. Posso star tranquilla. Giusto?
     Giusto?
     … Sbagliato. Dal primo istante in cui le ho guardate negli occhi, due minuti dopo la loro nascita, mi sono chiesta chi c’era dietro quello sguardo stupito. Non posso dire di conoscerle, più di quanto non conosca chiunque altro.
    E quindi sì, potrebbe succedere anche a loro. Se incontrassero le persone sbagliate. Se l’insicurezza infantile non lasciasse posto alla maturità. Se avessero un crollo. Se, se…
    Non pensiamoci, va’.
    Nei giorni successivi scopro che quello che è successo a Tizia è una storia quasi banale, che entra con regolarità nelle pagine dei giornali. La si potrebbe studiare in laboratorio, estrarne gli ingredienti e individuare le persone più a rischio.
    Ehi, quasi quasi lo faccio io. In effetti è tanto che voglio iscrivermi a Sociologia. Cerco il professore giusto, mi studio tutti i casi su cui riesco a mettere le mani, faccio qualche intervista… e alla fine ci scrivo una bella tesi di laurea, con tanto di raccomandazioni finali.
    Sarebbe un bel contributo per l’umanità, no?
    Come no: un contributo destinato a prendere polvere in un archivio pubblico.
    Tanta fatica per nulla.
    E allora basta, questa storia resterà una chiacchiera da bar tendente al pettegolezzo. Amen.
     
    Che peccato, però, lasciare che si perda così. Qualcuno dovrebbe proprio raccoglierla.
    È come con le foto: vedi qualcosa – un tramonto, un balcone fiorito, un viso – e pensi che devi assolutamente fargli una foto, perché è uno spettacolo troppo bello per farselo scappare.
    Questa storia è così: troppo intensa per farsela scappare. E allora scatti, pardon, scrivi.
     
    Due chiacchiere, un pensiero molesto, una dose di immaginazione: da qui è nato tutto.
    Avessi sempre avuto quell’entusiasmo iniziale, sarebbe stato fantastico.
    Quando hai entusiasmo passi le notti su internet a cercare materiale. Spulci i libri della biblioteca per segnarti una frase interessante. Ti iscrivi a un corso di sceneggiatura perché, certamente, un film spacca più di un libro.
    Quando hai entusiasmo riempi pagine e pagine, poi rileggi e trovi il coraggio di dire: non funziona. Butti via tutto e riparti da zero, cambiando il narratore.
    (Poi ti accorgi che la nuova stesura è anche peggio, e benedici lo strumento “cestino” che dà un’ultima chance ai rifiuti digitali).
    Ma ci sono i momenti in cui ti senti uno straccio.
    Rileggi quello che hai scritto e ti viene la nausea. Ti cancelli dal corso di sceneggiatura perché, suvvia, stiamo scherzando?
    Nascondi l’odioso file dal desktop e te lo dimentichi per settimane, mesi interi.
    Poi un giorno ti viene in mente che il vino ha i suoi tempi. E così pure le gravidanze. E anche le torte che lievitano in forno. E pensi che forse, per raccontare una storia, ci vuole il tempo che ci vuole.
    E allora, di nuovo, ti butti.
    Ti accorgi sgomenta dell’intensità del tuo amore verso il computer. Ti accorgi che, pur avendo scelto un personaggio diverso da te – per età, sesso, professione – lui ti è entrato dentro e sta modificando il tuo modo di pensare. Che sciocchezza, ti dici, è solo una mia creatura.
    Ma lo sappiamo, lui e io. Mi ha risucchiato dentro alla sua storia e io devo scriverla così come me la racconta, con gli stessi omessi e le stesse mezze verità.
     
    E infine, capisci che questa storia ha una sua vita. Che devi lasciarla andare per vedere se saprà viaggiare e raggiungere altre persone.
    Ti chiedi che effetto avrà sul mondo: sarà un tornado o il battito d’ala di una farfalla?
    Me lo chiedo ancora, in effetti. Forse non lo saprò mai. Però mi piace pensare che, tornado o farfalla, in fondo potrebbero essere la stessa cosa."
    Eva Serena Pavan
     
    Grazie Eva Serena, davvero sei più…. GRANDE

     

    ps.

    non dimenticare le favole.

    ciao

     

     

     

  6. | Pubblicato 1 Luglio 2014 17:59

    Eh eh... non rischio di dimenticare le favole, il mio "pubblico" è molto esigente: "Mamma.... mamma... mammaaaa... mi racconti una storia?".

    E non c'è scusa che tenga, non posso rispondere che non ne conosco e che non ho l'ispirazione, altrimenti sono guai  :tongue:

  7. | Pubblicato 1 Luglio 2014 18:07

    Quote: evasere
    Eh eh... non rischio di dimenticare le favole, il mio "pubblico" è molto esigente: "Mamma.... mamma... mammaaaa... mi racconti una storia?".
    E non c'è scusa che tenga, non posso rispondere che non ne conosco e che non ho l'ispirazione, altrimenti sono guai  :tongue:

     

    che fortuna! per noi e per loro.

    un bacio alle stelline.ciao

  8. | Pubblicato 22 Dicembre 2014 15:30

    Ciao a tutti!

    C'è qualcuno tra voi che scarica libri per bambini? Forse allora avrà voglia di dare un'occhiata al mio primo albo illustrato... o dovrei dire "e-albo"?

    Domani, 23 dicembre, sarà scaricabile gratuitamente.

     

    È una piccola storia per bambini di 3-6 anni e per le loro nonne “difficili”, dal titolo "Non siamo bicchieri di cristallo!".

    Questa la descrizione: "La nonna crede che i bambini siano fragili come bicchieri di cristallo: ecco perché li tiene sempre in casa, al riparo dai pericoli. Ma Sara e Tommy vogliono divertirsi! Per fortuna c’è un gioco che piace anche alla nonna..."

    È disponibile in due formati: uno per tablet (con il testo pop-up), e uno per gli e-reader tradizionali.

     

    Se avete voglia di scrivermi per dirmi i vostri commenti - nonché quelli dei vostri bambini, vi ringrazio sin d'ora!

    Buone letture a tutti

    Eva Serena

     

    PS: dimenticavo... La prima persona che l'ha letta - una mia amica - l'ha commentata così: "Ma pensi di pubblicarla con il tuo nome? Ti sei accorta che hai descritto perfettamente tua suocera??".

     

    Quindi, per favore, non fateglielo sapere ;-)

     

     

     

  9. | Pubblicato 22 Dicembre 2014 17:23

    Quote: evasere
    span style="font-size: 9pt; font-family: Verdana, sans-serif;">Ciao a tutti!
    C'è qualcuno tra voi che scarica libri per bambini? Forse allora avrà voglia di dare un'occhiata al mio primo albo illustrato... o dovrei dire "e-albo"?
    Domani, 23 dicembre, sarà scaricabile gratuitamente.
     
    È una piccola storia per bambini di 3-6 anni e per le loro nonne “difficili”, dal titolo "Non siamo bicchieri di cristallo!".
    Questa la descrizione: "La nonna crede che i bambini siano fragili come bicchieri di cristallo: ecco perché li tiene sempre in casa, al riparo dai pericoli. Ma Sara e Tommy vogliono divertirsi! Per fortuna c’è un gioco che piace anche alla nonna..."
    È disponibile in due formati: uno per tablet (con il testo pop-up), e uno per gli e-reader tradizionali.
     
    Se avete voglia di scrivermi per dirmi i vostri commenti - nonché quelli dei vostri bambini, vi ringrazio sin d'ora!
    Buone letture a tutti
    Eva Serena
     
    PS: dimenticavo... La prima persona che l'ha letta - una mia amica - l'ha commentata così: "Ma pensi di pubblicarla con il tuo nome? Ti sei accorta che hai descritto perfettamente tua suocera??".
     
    Quindi, per favore, non fateglielo sapere ;-)

     

    Ciao Eva Serena!

    sono felice di riaverti qui, e finalmente con la tua favola. Ma non lo diremo alla nonna! Ci sono tante mamme sul sito e questa favola è dedicata ai loro bambini. Eva serena Pavan, che voi già conoscete, è una persona e una scrittrice speciale e ha voluto regalare per Natale una sua favola a tutte le mamme che amano dasolo e ai loro bambini.

    Qui trovate i link per scaricare la favola

    versione per tablet, Ipad, Kindle fire: http://www.amazon.it/bicchieri-cristallo-versione-bilingue-tablet-ebook/dp/B00P
    I
    P45F8/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1419244123&sr=8-1&keywords=non+siamo+b
    i
    cchieri+di+cristallo%21+%28versione

     

    versione per gli e-reader tradizionali: http://www.amazon.it/Non-siamo-bicchieri-di-cristallo-ebook/dp/B00PITD8YS/ref=s
    r
    _1_1?ie=UTF8&qid=1419244083&sr=8-1&keywords=non+siamo+bicchieri+di+
    c
    ristallo%21

     

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    Grazie mille, Eva Serena, sei splendida come sempre. A presto!


     
     
     

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