L'eroina che dà il titolo al libro è la bellissima, misteriosa, onnivora contessa Gamiani (italiana, secondo un'altra ben nota convenzione esotica del romanticismo europeo), con la sua inappellabile condanna all'insoddisfazione, all'inesauribile ricerca di un compimento impossibile che potrà condurre soltanto alla morte (la morte nella voluttà) come esperienza definitiva. In "Gamiani" troviamo perversione e sfida, sfrenata esaltazione dei sensi, colpa e condanna, ossessione dell'estasi e del sublime. Tribadismo, animalismo, voyeurismo e sadismo sono gli elementi essenziali di questo breve romanzo, i cui deliri e furori rispecchiano i turbamenti, il gusto e le mode di tutta un'epoca. Una storia lesbica in cui molti hanno voluto riconoscere George Sand o addirittura la celebre Cristina di Belgiojoso (ma forse sono semplicemente delle supposizioni). Sospiri, languori, struggimenti, perversioni, estasi: l'occhio del voyeur, onanistica macchina da presa, scopre i fantasmi dei segreti più riposti, spia l'illecito, modella la passione fatale e distruttrice.