"Come rispettare una promessa che non si può mantenere?" Si chiede Marilena Salina dandosi la peggiore riposta: "morendo".
Ma evocare suicidi è solo una strategia di sopravvivenza: il suo “pensiero rifugio”. In realtà ciò che vuole è vivere davvero. La passione per il tango ha però trasformato la sua esistenza in un campo minato e la morte resta una signora con la quale ha troppa confidenza.
Marilena, “urlatrice a tempo perso”, è una psicologa pentita specializzata in mediazione dei conflitti. Convive con Milo ma nonostante un'unione salda patisce la noia della serenità. Quell'inquietudine è uno spiraglio nel quale irrompe Libero, un tanguero informatico che diventa una tentazione sensuale ed esistenziale insieme.
"Prendi due che si piacciono a prima vista e fagli ballare il tango per ore. Chi si salverebbe?"
La lotta interiore di Lena per restare fedele a Milo forse non coincide con quella per restare fedele a se stessa. Ma quel dubbio che lei credeva fosse tra due uomini, scoprirà essere povera cosa a confronto con la vera prova che l'aspetta: il dolore più forte, la scelta più lacerante. Se saprà mediare come fa con i suoi assistiti lei stessa lo scoprirà solo alla fine.
Cagliari, il tango, il mare e il vento non sono solo i luoghi, i suoni e i profumi nei quali Lena e Libero danzano, diventano personaggi essi stessi capaci di piegare i protagonisti.
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