Lo studio del comportamento animale o etologia ha avuto una storia estremamente complessa e travagliata, con innumerevoli correnti e sottocorrenti di pensiero che hanno sfaccettato l’interpretazione delle conoscenze preesistenti e delle osservazioni sperimentali fornite dalla zoologia nel campo dello studio del comportamento animale. In poco più di un secolo, da quando cioè l’etologia ha potuto definire i propri campi di indagine approfonditamente, distaccandosi dalle altre discipline naturalistiche per diventare scienza a sé stante, il dibattito sul comportamento animale ha cercato di stabilire quali siano le componenti fondamentali che danno origine al comportamento stesso. Gli elementi basilari sono due: da un lato c’è un patrimonio genetico, ereditato da millenni di evoluzione e perciò selezionato e adattato all’ambiente, che dovrebbe fornire la matrice ‘innata’ del comportamento, dall’altra vi è l’influenza, tutt’altro che trascurabile, dell’ambiente stesso sulla crescita e la formazione dell’animale stesso e del suo comportamento (‘appreso’). Konrad Lorenz, considerato il padre della moderna etologia (‘moderna’ in quanto una scuola di pensiero già piuttosto evoluta aveva posto le radici alla cosiddetta ‘psicologia comparata’ a cavallo tra XIX e XX secolo, e tra gli scienziati che la componevano vi era lo stesso maestro di Lorenz, Oskar Heinroth), al tempo della pubblicazione di questo libro cercò di fare il punto sulla situazione della disciplina, chiarendo gli aspetti fondamentali del suo pensiero e criticando la visione di alcune nuove scuole di pensiero.
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