Raphaël Krafft - I ragazzi della Clarée (2024)
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Il reportage di Krafft non solo ci conduce all’origine della rotta migratoria che dalla Guinea si sviluppa fino alle Alpi italo-francesi, ma ci propone anche un nuovo modo di guardare al fenomeno e ricercarne le cause. Ci parla inoltre di chi percorre le montagne per aiutare chi è in difficoltà, del rapporto tra generazioni nella ricerca di informazioni e verità – grazie a un innovativo progetto scolastico –, e ci racconta un angolo d’Africa dove lo splendore della natura convive con fantasmi, povertà e speranza. Nel novembre 2017 Raphaël Krafft sta realizzando un reportage sui migranti che sfidano le prime nevi per passare la frontiera italo-francese attraverso il Colle della Scala. Entra in contatto con alcuni volontari locali che si adoperano per offrire soccorso a chi rischia la vita in montagna e, in un’uscita notturna con loro, incontra quattro adolescenti nascosti nel bosco, male equipaggiati e infreddoliti. Provengono dalla Guinea e dal Senegal e hanno tra i 16 e i 17 anni. Krafft e compagni decidono di portarli a Briançon per affidarli ai servizi sociali ma la Gendarmeria interviene riportando i minori alla frontiera con l’Italia e arrestando i soccorritori. Un anno più tardi, il giornalista francese parte per la Guinea per capire come ma i tanti giovani migranti che passano dal Colle della Scala arrivino proprio dal piccolo Paese africano. Questa volta però non si tratta di un reportage come gli altri perché Krafft è in missione per conto degli studenti di Névache, coinvolti in un progetto ambizioso patrocinato dall’associazione Globe Reporters insieme ad altre scuole francesi: sono i ragazzi che indicano al loro inviato sul campo quali temi approfondire, quali soggetti intervistare e che domande fare. Krafft si avventura in un viaggio tra il traffico della capitale Conakry e la cima dei monti Nimba, segue le tracce degli elefanti o dei fantasmi della dittatura, incontra infermieri senza stipendio e guardaparco senza benzina, rimpatriati volontari, ma non troppo, e artisti finanziati dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni…
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