Chiara Colombini e Carlo Greppi - Storia internazionale della Resistenza italiana (2024)
Nella Resistenza italiana, parte integrante di un conflitto globale che travolge i confini nazionali e spazza vite e destini ai quattro angoli del pianeta, hanno combattuto migliaia di persone – non meno di 15-20.000 – che italiane non erano.
Le nazionalità sono decine: statunitensi e britannici, neozelandesi e sudafricani, jugoslavi e francesi, libici, etiopi, eritrei e somali, e poi tedeschi, sovietici, polacchi, cecoslovacchi, ebrei stranieri. Sono spinti alla lotta da una pluralità di motivazioni e da una molteplicità di percorsi individuali, che vanno dall'internazionalismo consapevole – di chi ad esempio ha alle spalle la guerra di Spagna e una lunga militanza politica – alla semplice ricerca di una via di salvezza individuale. Ma si trovano coinvolti nello stesso spicchio di guerra mondiale e nello stesso periodo, e sullo stesso lato della barricata, saldando le loro traiettorie con quelle degli italiani e di comunità tradizionalmente perseguitate come quelle rom e sinte.
Perché se il nazifascismo ha avuto un'indubbia efficacia è stata quella di saper compattare le file di chi gli si è opposto ed è stato sconfitto proprio perché hanno combattuto, fianco a fianco, più generazioni di uomini e donne, di ogni credo politico e religioso, ceto sociale e di ogni nazione.