Mark Piesing - L’Italia di Nobile. L’età d’oro del dirigibile e la nascita dell’aviazione moderna (2024)
Il segno tangibile dell’intraprendenza tecnologica dei «Roaring Twenties» erano i dirigibili: il tedesco Graf Zeppelin faceva servizio passeggeri dalla Germania al Brasile, l’aeronautica inglese era impegnata a collegare le zone più remote di un impero, negli Stati Uniti la punta iconica dell’Empire State Building in costruzione aveva le sembianze di una torre di controllo. Inoltre, se in precedenza le esplorazioni polari esponevano i partecipanti a marce infinite in luoghi dove la sopravvivenza era quasi impossibile, l’aviazione permetteva di arrivare alla meta presunta in modo relativamente meno rischioso. Nel maggio 1928 l’ingegnere ed esploratore Umberto Nobile con il suo inseparabile cane e sedici uomini di equipaggio decollò sul dirigibile Italia per atterrare al Polo Nord. Ma una volta raggiunto il traguardo, l’Italia, appesantito dal ghiaccio e con un motore in avaria, precipitò al suolo. Sei membri dell’equipaggio non furono più ritrovati, mentre gli altri, compreso Nobile, furono costretti ad accamparsi sul pack con pochissime probabilità di sopravvivenza. Saputo dell’incidente, il compagno di avventure e rivale, il celebre esploratore norvegese Roald Amundsen, decise di compiere un disperato tentativo per salvare gli uomini dell’Italia, ma scomparve a sua volta e non fu più ritrovato. Mentre i soccorsi venivano organizzati mobilitando un’ingente quantità di risorse e persone, gli uomini di Nobile ingaggiavano una disperata battaglia contro le forze della natura, il clima, gli orsi polari e la disperazione. E quando erano ormai prossimi allo sfinimento, l’aereo che li cercava finalmente atterrò, ma il pilota annunciò loro che c’era posto per un unico passeggero…
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