Francesco Berto
L'esistenza non è logica
Dal quadrato rotondo ai mondi impossibili
2012 | PDF | 5.6 MB
Le storie di Sir Arthur Conan Doyle parlano del detective Sherlock Holmes, e “Il signore degli anelli” di Tolkien parla di Gandalf. Naturalmente, Doyle e Tolkien non ci dicono mai che Holmes e Gandalf non esistono e, nelle storie che li descrivono, il detective e lo stregone hanno l'aria di essere molto, molto esistenti: affrontano avventure, rischiano la propria vita e alla fine hanno successo sui malvagi avversari; tutte cose che difficilmente un oggetto inesistente potrebbe fare, visto che, appunto, non esiste. Ma a non esistere non sono solo le cose che popolano il mondo letterario. Molte altre cose, pur essendo esistite in passato, ora non esistono più: Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Napoleone, George Washington, Michael Jackson, tutti i nostri cari estinti. E tutti loro, pur non esistendo più alla data di oggi, conservano ancora la qualifica di oggetti: sono, oggi che non esistono, portatori di proprietà, e rendono vere certe affermazioni. Il problema delle cose che non esistono è strettamente intrecciato col problema del senso del verbo 'esiste', e di altre espressioni connesse con la questione di cosa stiamo dicendo quando facciamo affermazioni come: “Vulcano non esiste”, “Nettuno esiste”, “Holmes non esiste”; o di cosa voglia dire l'espressione “c'è” in frasi come: “C'è un cerchio quadrato sulla mia t-shirt” o “Laura non c'è”. Il problema in questione è celebre e autenticamente filosofico. Questo libro vuole mostrare che l'esistenza non è affatto una faccenda puramente logica. L'esistenza, infatti, non è riducibile a concetti logici, ed 'esiste' non è una parola che possa essere definita utilizzando soltanto il vocabolario logico.
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