Terrence W. Deacon
Natura incompleta
Come la mente è emersa dalla materia
2012 | PDF | 11.2 MB
Uno degli enigmi che arrovellano l'uomo fin dall'emergere della nostra specie riguarda la nascita della vita, e per estensione della mente, dalla materia inanimata. La lista delle risposte è lunga e si perde nella notte dei tempi, tra argomentazioni religiose, filosofiche e scientifiche. Una delle ultime immani fatiche in questo campo è "Natura incompleta", libro inedito in Italia, che troverete in edicola con «Le Scienze» di settembre. L'autore, Terrence W. Deacon, è professore di antropologia biologica e neuroscienze all'Università della California a Berkeley, e propone una visione radicalmente nuova, con un approccio che parte dalla teoria dei sistemi dinamici, passando per la teoria del caos per poi arrivare alla teoria dell'informazione e ai processi neurali. Alla base di tutto ci sono i processi chimico-fisici che governano la cellula, il modello più semplice di sistema dinamico considerato da Deacon, grazie a cui si osservano sistemi più complessi come gli organismi viventi. Il metabolismo permette alle cellule di contrastare con successo, almeno fino a un certo punto, il destino ineluttabile previsto dalla seconda legge della termodinamica: la vittoria del caos, quantificabile con l'entropia, sull'ordine. Queste isole di stabilità biologica mostrano auto-organizzazione, auto-riproduzione e capacità teleologica, ovvero «finalizzata o diretta a un fine», che però non va confusa con una finalizzazione metafisica. In effetti, lungo la via che porta dalla materia inanimata alla coscienza, Deacon vuole anche eliminare il ricorso a: salti senza spiegazione nel percorso evolutivo; homunculi, definiti come spiegazioni che prevedono l'introduzione di qualche forma di intelligenza che dirige uno sviluppo; concetto di preformismo, ovvero l'assunto secondo cui certi fenomeni siano preformati in fenomeni antecedenti, per esempio che l'informazione sia preformata nel DNA prima ancora della sintesi della molecola della vita. A loro volta, queste isole di stabilità biologica emergono da qualcosa di ancora più primitivo, che Deacon chiama «autogeno», cioè da un processo che comporti processi che si rinforzino reciprocamente e abbiano di conseguenza il potenziale di ricostituirsi e riprodursi, come, per esempio, le molecole autocatalitiche da cui potrebbero essere nati RNA e DNA. Tuttavia, il lato più originale e interessante di questa ricerca di una teoria del tutto in grado di spiegare la nostra esistenza senza le trappole citate riguarda un'assenza. Facciamo un esempio: la lettura di un libro può cambiare le idee di una persona. Ma in questa dinamica non c'è nulla di fisico, nel senso che l'informazione del libro non passa fisicamente nel cervello del lettore, dove è elaborata per diventare contenuto mentale. Non c'è traccia dei processi chimico-fisici da cui siamo partiti. Paradossalmente, secondo Deacon, questa mancanza, o se volete assenza, o ancora incompletezza (come richiama il titolo), di questi processi semiotici e teleologici è la fonte della loro peculiare influenza sul mondo fisico. Un po' come lo zero nel mondo dei numeri. Nel ripercorrere l'emergere della mente a partire dalla termodinamica e dall'autorganizzazione dei sistemi, Deacon dimostra che tutto quello che non ha immediatezza fisica, come le dinamiche mentali, può essere potente proprio come quei processi fisici che generano queste dinamiche. Proprio come la materia di cui sono fatti i sogni.
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