Terrence W. Deacon
La specie simbolica
Coevoluzione di linguaggio e cervello
2005 | PDF | 11.4 MB
E la carne divenne parola. Laicizzando l'espressione biblica, il libro di Deacon è una teoria sull'origine del linguaggio, ma ancor più in generale, sul processo di genesi dell'uomo moderno. Homo sapiens sapiens: la stessa nomenclatura zoologica, definendo la nostra specie, identifica l'attributo che definisce gli esseri umani: la capacità cognitiva. "Centinaia di milioni di anni di evoluzione hanno prodotto centinaia di migliaia di specie dotate di cervello e, di esse, decine di migliaia manifestano complesse capacità comportamentali, percettive e di apprendimento. Solo una si è interrogata sul proprio destino, perché unica ad aver evoluto la capacità per farlo." Per Terrence Deacon, il linguaggio è esclusivo dell'uomo - siamo noi la specie simbolica - ed è intrinsecamente diverso dalle altre forme di comunicazione di tutte le forme viventi. È esclusivo dell'uomo perché, caso unico, si è venuta costruendo in lui una mente capace di rappresentazione simbolica, e il linguaggio sta al cuore di tale capacità simbolica. Cervello e linguaggio si sono evoluti insieme: evoluzione biologica ed evoluzione culturale hanno così agito di concerto per produrre l'uomo come noi lo conosciamo oggi. Il libro di Deacon è di estremo interesse per l'originalità con cui affronta un argomento così dibattuto, profondendo conoscenze di neurobiologia e biologia evolutiva, ma anche di linguistica, di semiotica, di epistemologia. D'altro canto l'autore è un antropologo, che ha saputo unire alle ricerche teoriche sull'evoluzione del cervello, e sul rapporto fra sue dimensioni e prestazioni cognitive, indagini di neurologia basate su tecniche di trapianto cerebrale. Molto originale è la sua proposta dello spiazzamento sinaptico. Secondo le sue riflessioni e i suoi esperimenti, cambiamenti delle dimensioni relativi dei vari centri nervosi porterebbero a importanti riorganizzazioni funzionali e a potenzialità comportamentali e cognitive del tutto nuove. Il ragionamento si sviluppa dialetticamente in tre parti: una tesi, il linguaggio, è contrapposto all'antitesi, il cervello, per giungere a una sintesi, la coevoluzione fra di essi. Il libro consiste di una summa compiuta e articolata di conoscenze e teorie, all'incrocio tra semiotica e scienze cognitive, che ben rappresenta il nuovo clima metodologico di tali discipline. Leggerlo è impresa affascinante e non sempre facilissima, ma capire la buona scienza richiede comunque impegno! Il corredo di immagini risulta molto efficace e la prefazione di Silvio Ferraresi aiuta in modo egregio a collocare il libro nel suo ricchissimo retroterra teorico. Un grande merito va quindi attribuito all'editore Fioriti, che ha avuto il coraggio di proporcelo nella sua elegante versione italiana. L'edizione originale inglese del 1997 è stata criticata per alcune sue lacune, specie sul piano della linguistica, dai teorici dell'innatismo del linguaggio. Nel suo complesso l'opera ha peraltro ottenuto grandissimi riconoscimenti, per la rilevanza delle sue ipotesi neurobiologiche, che testimoniano di un nuovo e originale modo di pensare alla genesi della complessità del cervello e alla sua evoluzione, attribuendo grande peso ai fenomeni dello sviluppo embrionale.
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