Stefano Diana
W.C.Net
Mito e luoghi comuni di Internet
1997 | EPUB + AZW3 | 1.2 MB
W.C.Net (Wrong Communication on the Net) è stato uno dei primi autorevoli saggi italiani sul fenomeno internet. Stefano Diana si pone in chiave critica nei confronti di entrambe le categorie che, con irriverenza e divertimento, con argomentazioni inconfutabili e con ricchezza di aneddoti, vengono qui sbeffeggiate: "i fanatici pro e gli sbigottiti contro". Quando fu pubblicato nel 1997, praticamente un'altra era geologica, questo ragionato sciocchezzaio in tempo reale dei primordi internettiani in Italia fu accolto con entusiasmo da Umberto Eco in una sua "Bustina di Minerva" su L'Espresso: «un gradevole pamphlet che esamina e discute la messe di stupidaggini, approssimazioni, radicalizzazioni, con cui i mezzi di massa a volte condannano, esaltano, amplificano, iperbolizzano, falsificano il fenomeno della Rete, non contribuendo né alla sua conoscenza, né a un suo uso ragionevole e ragionato». Cosa è cambiato a distanza di tanti anni, ora che l'internet si è naturalizzata diventando una protesi a cui nemmeno si fa più caso? Ognuno può fare la sua valutazione rileggendo quanto assurdamente se ne sparlava all'epoca, e facendo un paragone con le analoghe amenità che circolavano all'inizio dell'era dell'elettricità, un secolo prima. Alcune delle profezie funeste qui messe in ridicolo oggi sembrano essersi avverate; ma questo non è tanto un merito dei profeti, quanto un demerito di chi ha costruito o lasciato costruire il futuro sbagliato. E il libro ne riceve ancora più valore, in quanto ci può far capire da quali brutte abitudini culturali provengono i cattivi esiti. Sopra a tutte, la brutta abitudine della mitizzazione, il "furto di linguaggio" secondo Barthes, che i media di massa ricamano a man bassa col filo dell'ignoranza sul tessuto dell'ignoranza. In Italia il mito è cominciato quando si è tolto all'internet l'articolo e si è aggiunta l'iniziale maiuscola, con ciò trasformando l'oggetto rete nel personaggio Internet: una riedizione degli ancestrali procedimenti linguistici con cui gli uomini da sempre creano i loro dèi. Questo libro resta un documento prezioso della storia del nostro costume e un manuale pratico di demistificazione applicabile a qualunque fenomeno.
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