Max Pohlenz
La libertà greca
1963 | EPUB + AZW3 | 1.7 MB
La chiara sintesi di Max Pohlenz sulla Libertà greca non è libro di pura erudizione: pur essendo stato scritto da uno dei più grandi filosofi classici dell'ultimo secolo (era nato nel 1872), che altrove giustamente condanna «chi presume di poter sostituire ad un faticoso lavoro attento ad ogni minuzia l'intuizione geniale», che giustamente non ha mai «disdegnato di sfruttare per la conoscenza della grecità la più insignificante traccia di lettura su una iscrizione o il più misero frustulo di papiro», l'indagine nasce dal bisogno di «accertare se cristianesimo e umanesimo, i pilastri della nostra civiltà occidentale, si sostengano a vicenda oppure stiano fra loro in antitesi insanabile». È dall'esperienza della sua lunghissima vita che il Pohlenz trasse l'incitamento per raccogliere qui le sue meditazioni sulla concezione greca della libertà, che dopo la seconda guerra mondiale è proclamata come il più alto ideale politico, e da opposte parti e con opposti significati: però il libro — come l'Autore dichiara nella prefazione — è puramente storico e vuol servire a fare meglio conoscere l'uomo greco... Il centro vitale dell'opera è nell'indagine lungamente sviluppata intorno alla concezione greca della libertà interiore: qui, veramente, il Pohlenz è maestro e le sue pagine si leggono con interesse vivissimo, per la persuasività della trattazione. In esse l'autore della fondamentale ricerca sulla tragedia greca, della magistrale trattazione sullo stoicismo, dell'opera di sintesi sull'uomo greco e di tanti altri studi, ha versato il succo della sua attività di ricerca pressappoco sessantennale. Centro ideale del libro è l'ammirazione per l'Atene di Pericle: «Qui l'umanità visse un momento di grazia, in cui un popolo eletto, nella perfetta unità del sentimento nazionale, religioso ed artistico, giunse a creazioni che si posero come un fatto unico nella storia del mondo; ma che furono possibili solo grazie ad una circostanza: alla testa di quel popolo ci fu un uomo che seppe infondere il suo idealismo nell'intera comunità cittadina e la trasse su fino all'altezza del proprio spirito. A buon diritto noi parliamo di un'Atene periclea. Ed è pure esatto scorgere in questa età periclea l'età «classica» in cui la natura umana sviluppò, portandole ad armoniosa compiutezza, le sue più nobili qualità». A fondamento della visione storica che il Pohlenz ha della civiltà greca sta il convincimento che i Greci abbiano raggiunto un'altezza ideale avente valore di paradigma per l'umanità di tutti i tempi.
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