Elvidio Surian - Manuale di storia della musica Vol. 4. Il Novecento (2002)

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data: – 16.07.2016, 11:04
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Elvidio Surian
Manuale di storia della musica Vol. 4
Il Novecento
2002 | HQ PDF | 4.6 MB
 
 
Il Novecento si contraddistingue per la molteplicità, senza dubbio sconosciuta a qualsiasi altro secolo, di tendenze stilistiche, connotazioni ideologiche e orientamenti estetici, talvolta contigui, talvolta tra loro nettamente divergenti. Come mai era avvenuto in passato, i compositori non parlano un linguaggio comune, culturale e musicale: quasi ognuno adotta metodi compositivi diversi che corrispondono ad altrettante visioni del mondo, e, spesso, più metodi sono messi in evidenza nella produzione di un singolo autore o in una singola composizione. Mentre in epoche precedenti, per diverse che fossero le caratteristiche delle opere musicali, le strutture e le forme erano state, entro certi limiti, valide per tutti, anche perché governate da quell'apparato di convenzioni accettate dal pubblico o perlomeno facili da accettare, nella gran parte della musica del Novecento il senso di appartenenza a una civiltà e tradizioni comuni è venuto a rompersi, specialmente nelle creazioni degli esponenti delle avanguardie. Com'è avvenuto nelle arti figurative e nella letteratura, anche la musica ha subìto innovazioni rapide e profonde fin dai primi decenni del secolo, in particolare per quanto riguarda la ricerca di nuove sonorità e il superamento del sistema armonico-tonale in vigore da oltre due secoli. Già alcuni compositori dell'epoca romantica avevano introdotto audacissime innovazioni nella formazione degli accordi e nelle relazioni tonali, ma nessuno di essi aveva mai seriamente tentato di infrangere il sistema tonale maggiore-minore: piuttosto che a "superare" avevano mirato ad "allargare" l'area tonale mediante l'uso di accordi inconsueti e dissonanti. In molta musica del Novecento i riferimenti tonali appaiono invece totalmente stravolti e vanificati, in maniera più o meno radicale; la tendenza è verso una effettiva equiparazione dei dodici suoni costituenti l'ottava. Sparite le funzioni strutturali dell'armonia tonale, la coerenza ferrea del contesto musicale andava procurata per altre vie. Numerosi compositori hanno adottato il metodo dodecafonico ideato da Schönberg intorno al 1920, esteso in seguito a tutte le componenti del linguaggio musicale, quali il ritmo, il timbro, la dinamica. Altri sono andati in cerca delle proprie radici etniche attraverso lo studio e l'assunzione di elementi caratteristici - armonici, ritmici, melodici - degli idiomi nazionali folklorici, pervenendo ad esiti artistici molto diversi e, talvolta, alla formulazione di proposte linguistiche nettamente d'avanguardia. Altri compositori ancora hanno mirato a stabilire, in maniera più o meno evidente e in modi molto diversi, una relazione con le forme e le tecniche compositive del passato, soprattutto dell'epoca preottocentesca, caricate però di un nuovo significato. Vale notare che quasi tutti i compositori del Novecento, anche quelli che hanno seguito i movimenti più radicalmente innovatori, hanno comunque mantenuto, più o meno intensamente, un rapporto fertile con la tradizione.
 
 
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