Marina Buzzoni, Maria Grazia Cammarota, Marusca Francini (a cura di)
Medioevi moderni, modernità del Medioevo
2013 | True PDF | 3.4 MB
Questo lungo periodo storico, tutt'altro che unitario e coerente, continua a oscillare tra le due contrapposte immagini che Illuminismo e Romanticismo ci hanno consegnato. Da un lato, il Medioevo del fanatismo religioso, delle superstizioni, dello scontro tra chiesa e stato; un Medioevo oscuro, barbaro, oppressivo. Dall'altro il Medioevo della sincera devozione religiosa, delle grandi espressioni artistiche, dell'affermazione della libertà dei popoli contro la tirannia dell'impero romano; un Medioevo luminoso, raffinato, fantasioso. In mezzo a questi due poli estremi si collocano molte altre forme di appropriazione del Medioevo, che selezionano e potenziano uno o più elementi di un mondo eterogeneo, inevitabilmente contraddittorio e mutevole, in nessun modo riducibile a un'unica dimensione. Ed è proprio per questa sua sostanziale complessità che il Medioevo può rispondere alle esigenze più varie, mettendo a disposizione un repertorio vastissimo di modelli da imitare o da evitare, figure e simboli che possono essere investiti di valori nuovi e piegati ad esprimere significati di volta in volta diversi. Come scrive Massimo Oldoni (1997: 15), il Medioevo "sembra star là in attesa dell'autore". Il Medioevo è dunque una presenza costante oggi, in tutte le forme di comunicazione e in ogni tipo di cultura, e la sua forza evocativa non mostra segni di cedimento.
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