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Perché tentare un bilancio pubblico della propria esistenza, arrivate "soltanto” alla svolta dei cinquant’anni, e per giunta farlo in quattro, in una sorta di ibrido fra dialogo a più voci e scrittura personale? Perché "le ragazze di 50 anni” sono state protagoniste del profondo cambiamento introdotto dalla cosiddetta rivoluzione femminile, l’unica nel Novecento che, secondo lo storico Eric Hobsbawm, ha avuto successo e non ha prodotto vittime. Baby Boomers presenta quattro vite parallele che s’inaugurano nell’Italia degli anni Cinquanta: che sia Latisana in Friuli, oppure Roma, Milano o Reggio Emilia, il mondo in cui far le prime esperienze è ancora patriarcale ma già percorso da qualche onda anomala, da resistenze e dubbi verso il copione della "piccola donna” diligente. Cresciute nell’Europa divisa dal muro di Berlino e dalla Guerra Fredda, studentesse adolescenti durante il ’68, protagoniste nei Settanta e Ottanta di acrobatiche mescolanze tra relazioni sentimentali e sessuali più libere, nuovi modelli di studio, lavoro, maternità e militanza, le Baby Boomers sono approdate a un presente di rivoluzioni tecnologiche e globalizzazione. Diventare donne diverse da come era prescritto: una meta non facile ma entusiasmante, perché nello spazio di cinquant’anni sembrano esser trascorsi almeno un paio di secoli. Nei quattro scritti autobiografici si racconta di amicizia e amore, di figli e libri, viaggi per il mondo e ricerca di stabilità, stanchezza e allegria, psicoanalisi e politica, orgoglio e fragilità, maschile e femminile, eredità e libertà, corpo e mente... con il sapore e il colore personale di un’epoca al tempo stesso molto collettiva e molto individualista.
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