"Il suicidio nel nostro paese non è reato, e non lo è ovviamente nemmeno il tentato suicidio. Allora, mi chiedo: perché un poveraccio che si trovi in una condizione di degrado, di dolore mentale e fisico, e che chieda insistentemente di poter terminare la sua vita, non deve essere esaudito nel suo desiderio?" In queste pagine Umberto Veronesi affronta con grande rispetto ma senza falsi pudori l'argomento dell'eutanasia: un tema spinoso, sul quale, con sempre maggiore frequenza, è chiamata a confrontarsi la nostra società in cui le tecniche di terapia intensiva possono prolungare la vita vegetativa per un tempo indefinito. Il celebre oncologo spiega perché "curare" i pazienti, talvolta, diventa un modo per non "prendersi cura" di loro; chiarisce per quale motivo è urgente giungere a una normativa che anche in Italia dia valore giuridico al cosiddetto testamento biologico; parla d'oppiacei e di cure palliative; delinea la posizione degli altri stati europei sull'argomento. Ma soprattutto pone un'ineludibile questione etica: è lecito impedire a un individuo di disporre della propria vita, anche quando è diventata invivibile?