In un discorso pronunciato nel dicembre del 1928, il presidente degli Stati Uniti Coolidge affermò che il Paese poteva "considerare il presente con soddisfazione e il futuro con ottimismo": la Borsa andava a gonfie vele, le azioni crescevano e il denaro correva a fiumi. Eppure pochi mesi dopo una crisi economica senza precedenti travolse e gettò sul lastrico milioni di persone. In un'opera diventata un classico, il grande economista John Kenneth Galbraith ricostruisce le cause che portarono al più grande crollo finanziario del Novecento: dalle disuguaglianze nella distribuzione del reddito alle falle del sistema bancario, fino alla chimera della crescita infinita che illuse investitori e comuni cittadini, l'analisi di Galbraith rivela inquietanti analogie con la realtà attuale e ci permette di comprendere in prospettiva perché le bolle speculative che ancora distorcono la nostra economia scoppiano spesso senza allarmi, con conseguenze devastanti per tutti noi.
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