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Quante furono davvero le armi segrete a cui Hitler affidò fino all'ultimo le proprie speranze di vittoria? Quali obiettivi ispirarono il temerario volo sulla Gran Bretagna del gerarca nazista Rudolf Hess? Che cosa conteneva realmente la famosa borsa che Mussolini portava con sé al momento della sua cattura a Dongo? Sono alcuni dei misteri che continuano a suscitare l'interesse di tanti appassionati di storia. Su questi e su molti altri episodi della seconda guerra mondiale e del ventennio che l'ha preceduta indaga Arrigo Petacco, assolutamente convinto che molti di quegli eventi siano stati raccontati enfatizzando le ragioni dei vincitori e tacendo quelle dei vinti. Ogni volta che è scoppiata una guerra, afferma nell'Introduzione, «la prima vittima è sempre stata la verità (le bugie sono necessarie per demonizzare il nemico), ma poi, quando la guerra è finita, le bugie dei vincitori sono diventate delle "verità", mentre quelle dei vinti sono sopravvissute sottotraccia». Una prospettiva che sarebbe arrivata alle estreme conseguenze con il trattamento riservato al Giappone sconfitto, costretto a lungo a rimuovere la propria storia dai manuali scolastici. Questo libro si propone appunto di recuperare il punto di vista dei vinti, di mostrare «il rovescio della medaglia ». Al centro dell'analisi si staglia lo scacchiere europeo nella seconda metà degli anni Trenta. Uno scenario inquieto e mutevole, con rapporti altalenanti tra le grandi potenze, in cui tutte le alleanze erano ancora possibili. In particolare Petacco ritiene il patto fatale tra Mussolini e Hitler non come un'inevitabile convergenza tra due regimi, ma come il risultato di un atteggiamento miope verso l'Italia da parte di Francia e Inghilterra. Proprio la figura del Duce, la sua parabola politica ed esistenziale, è oggetto di un dettagliato approfondimento, che si avvale anche di un'inedita testimonianza della figlia Edda. Dal delitto Matteotti al 25 luglio, dall'«apertura a sinistra» dei primi anni Venti al crepuscolo della Repubblica sociale, si sviluppa così una lettura per molti aspetti inconsueta dell'esperienza di Mussolini. Una ricostruzione dove la grande storia si intreccia con curiosità e aneddoti della vita privata, come l'amicizia con Pietro Nenni, in qualche modo sopravvissuta alle insanabili divergenze ideologiche, o il bizzarro tema d'esame dell¿aspirante maestro di Predappio, e naturalmente la relazione con Claretta Petacci, una vicenda capace di calamitare l'opinione pubblica anche nella tormentata estate del 1943. Una visione dei fatti, quella di Petacco, che intende mettere in discussione molte certezze degli storici, ma non un principio fondamentale: «I regimi che violano i diritti civili e vietano la libera circolazione delle idee devono essere accomunati in un'unica condanna».
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