E. Domenico Augenti - Il lavoro schiavile a Roma (2008)
Formato OCR PDF 171 pagine ill 6.9 MB
Le norme di diritto osservate presso tutti i popoli antichi (ius gentium) stabiliscono che chiunque viene messo al mondo da madre schiava nasce già schiavo. Nelle Istituzioni giustinianee si afferma espressamente: ...schiavi si nasce o si diventa. Nascono schiavi quelli messi al mondo dalle nostre schiave. La condizione del padre, sia esso libero o servo, non ha alcuna importanza: è solo la madre a trasmettere al figlio il proprio stato giuridico. Né si ha alcun riguardo alla condizione posseduta dalla madre al momento del concepimento, in quanto lo stato, libero o servile, che conta è quello che essa ha alla nascita del figlio. Di conseguenza la madre che al momento del concepimento era schiava, ma prima della nascita del figlio viene affrancata genera un figlio libero. Gli schiavi che vengono al mondo nella casa del padrone (vernae) sono sempre ben visti dalla pubblica opinione: sono in ogni caso ritenuti i migliori schiavi, tanto che Attico, il grande amico di Cicerone, al suo servizio vuole solo servi nati in casa. Ad essi viene accordata fiducia e godono di una situazione sotto certi aspetti privilegiata.
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