François Furet
Il passato di un'illusione
L'idea comunista nel XX secolo
1995 (editing 2018) | HQ PDF | 9.5 MB
A partire dal 1917 l'idea del comunismo ha vissuto della tensione tra la sua universalità astratta e la sua incarnazione nella storia. Per quanto sfortunato e tragico sia stato il corso della rivoluzione bolscevica, la promessa dell'Ottobre russo ha traversato il secolo a bandiere spiegate. Da Lenin a Gorbacëv, la storia non ha mai spento la fiamma dell'utopia: anzi, l'ha ravvivata. Al centro di Il passato di un'illusione è appunto la fascinazione ideologica esercitata sull'uomo del XX secolo dall'idea comunista, la cui influenza si è fatta sentire ben oltre i regimi di tipo sovietico e, anzi, ha avuto vita più lunga nell'Occidente - in Italia e in Francia, soprattutto - che nell'Est europeo. La sua diffusione e la sua durata hanno un segreto: l'idea si innesta sul tronco della tradizione rivoluzionaria occidentale sviluppandola ulteriormente; non appena ottenuta la vittoria, il bolscevismo ha fatto propria l'eredità giacobina, assumendone il compito di rigenerare l'umanità grazie agli effetti sommati dell'azione e della scienza. Ma il mito sovietico non sarebbe durato tutto il secolo, e non sarebbe stato accolto con una fede così cieca da tanti intellettuali, se le circostanze non avessero fornito conferma e alimento alle sue menzogne. Nato dalla prima guerra mondiale, ha dato un volto al nichilismo dell'epoca, ha tratto profitto dalle ingiustizie del trattato di Versailles, si è arricchito grazie allo spettacolo offerto dalla grande Depressione, è prosperato con l'antifascismo, ha toccato il punto più alto alla fine della secondo conflitto mondiale, con la vittoria sul nazismo. Persino la destalinizzazione, che segnava il declino di quel mito, ha contribuito a guadagnare il consenso di coloro che in tutto il mondo avevano condannato il passato regime per i suoi crimini. Oggi, la fine dell'impero sovietico segna anche la sconfitta dell'idea comunista: resta quella speranza in una società alternativa, dove tutti siano liberi e uguali, che è antica almeno quanto la democrazia e che forse sopravviverà anche alla fine dell'illusione comunista. Questo libro di François Furet rappresenta una sintesi storica, al tempo stesso affascinante e autorevole, del Novecento, dei suoi entusiasmi, dei suoi miti e delle sue tragedie, il bilancio ideale di un secolo in cui il sogno dell'uguaglianza si è trasformato nell'incubo del totalitarismo.
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