Per quanto la disprezziamo e condanniamo, la menzogna accompagna da sempre e inevitabilmente la nostra vita. Mentiamo sin da bambini e continuiamo a mentire da adulti. Mentiamo a tutti, alle persone più care come agli sconosciuti e ancor di più ai nostri nemici. Mentiamo persino a noi stessi. Mentiamo in mille modi: quando raccontiamo una bugia, quando illudiamo noi stessi e gli altri, quando truffiamo, imbrogliamo e fingiamo. Mentiamo a parole e gesti. Mentiamo per far del male ma anche a fin di bene.
La capacità di mentire, come la speculare capacità di riconoscere la menzogna, fanno parte integrante del nostro bagaglio cognitivo: senza di esse ci sarebbe impossibile condurre una normale vita sociale.
Altrettanto utile, pervasiva, a volte invasiva e persino scomoda è la verità, necessaria controparte della menzogna. L’una non potrebbe esistere senza l’altra.
Ma dove incomincia l’una e dove finisce l’altra?
Come nelle loro precedenti opere, i due autori affrontano il problema dai loro singolari punti di vista, cercando di dare una risposta, che non sarà però mai definitiva.
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