Il lato oscuro di una delle più belle regioni del mondo; una serie di emozionanti «thriller» che provano che la realtà può essere più sorprendente di qualsiasi «fiction»; dieci casi di cronaca «nera», raccontati come brevi romanzi, attraverso i quali il modo di vivere il crimine si adegua, dai primi anni Cinquanta a oggi, ai cambiamenti della società: questo è «Toscana nera», scritto da Mario Spezi, uno scrittore e un giornalista che molte di quelle storie ha vissuto da testimone di prima linea.
Una ricostruzione inedita della vicenda del «Mostro di Firenze» e delle sconcertanti indagini sul caso sono una serrata e documentata controinchiesta con risultati sconvolgenti ne «L’altra metà del mostro».
«I ragazzi terribili» del caso Lavorini, la storia che colpì al cuore una città e coinvolse tutta Italia è il ritratto di un Paese alle soglie di devastanti cambiamenti e che si apprestava a vivere gli «anni di piombo».
Una «spy-story» degna del miglior John Le Carré viene scovata da Mario Spezi in mezzo ai palazzi anonimi di Scandicci: finti carabinieri; un’ambasciata di Romania fantasma; uno stravagante scienziato venuto dall’Est che si aggira di notte per Firenze…
Accanto storie scellerate dal sapore ormai antico, ma capaci di dipingere un’Italia cancellata per sempre, come quella tragica di Don Caloni e della sua servetta, si incontrano in «Toscana Nera» vicende grottesche, delitti impossibili ideati da nobildonne per eliminare una loro rivale o crimini pieni di domande senza risposte, come quello recentissimo che ha visto come vittima il conte Alvise di Robilant.
«Toscana nera» è il ritratto inedito di una regione che riesce a sorprendere unendo due opposti: la bellezza più sublime e l’orrore più atroce.
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