"Il bambino significava tutto per lei." Così si apre "Britannia Road", con la semplicità di una frase che contiene l'assoluto: l'amore incondizionato di una madre per il suo bambino. Un amore protettivo, spaventato e ferito, come di animale braccato. Perché, come prede scampate miracolosamente al pericolo, Silvana e Aurek, madre e figlio, sono sopravvissuti agli orrori della guerra. Ora che è finita, si imbarcano sulla nave che li porterà dalla Polonia in Inghilterra: al numero 22 di Britannia Road, a Ipswich, li aspetta Janusz, che non vede la moglie e il piccolo dall'inizio del conflitto. Dopo essere scappato dalla Polonia e dalla guerra, ha trovato lì una casa per la sua famiglia, ha lavorato come un pazzo per sistemarla, per renderla accogliente, e soprattutto per dimenticare. Ricominciare daccapo sembra un sogno: dopo tanta sofferenza è bellissimo ritrovarsi. Ma sono così cambiati che quasi non si riconoscono: fra loro si è scavato un solco lungo sei anni, fatto di segreti dolori che li separano. Di silenzi che nascondono ferite profonde. Eppure. Eppure quel desiderio di protezione, il calore di una casa, l'idea di un nuovo inizio, daranno a Janusz e Silvana la forza di affrontare quanto è successo durante la guerra, accettare di essere diversi da prima e permettere al loro bambino, amatissimo e selvaggio, di essere quello che è veramente.
Attenzione! Non sei autorizzato a visualizzare questo testo / Solo gli utenti registrati possono visualizzare questo testo!
Attenzione! Non sei autorizzato a visualizzare questo testo / Solo gli utenti registrati possono visualizzare questo testo!