Uno scenario di scogli e di boschi, popolato di pescatori subacquei e cacciatori infallibili o schiappini, regno di ragazzi, pesci, granchi, rettili e uccelli, è il dato di partenza della fantasia di Calvino. Un pomeriggio, Adamo s'intitola uno dei suoi racconti più tipici: ma sull'Eden di Calvino si riflette sempre la spinosa e aspra realtà della convivenza umana. Lo scenario dei limpidi giochi infantili è lo stesso di quello delle storie di guerra: una guerra nei boschi, questa di Calvino, in cui avventure allucinanti, da Ultimo viene il corvo a Il bosco degli animali, prendono un colore di fiaba, come fossero raccontate dopo cent'anni. La ricerca di un'armonia con la natura non viene meno nei racconti cittadini, siano essi storie picaresche del dopoguerra, o le comicopatetiche disavventure di Marcovaldo (un "buon selvaggio" trapiantato nel cuore d'una metropoli industriale) o le ironiche e melanconiche avventure galanti ognuna delle quali potrebbe essere vista come un successivo gradino d'approssimazione verso una comunione amorosa sempre delusa. La penna di Calvino tende a trasformare tutto ciò che tocca in gioco, danza grottesca, definizione caricaturale di stati d'animo, ma sotto c'è sempre un fondo sensibile ed amaro: la difficoltà a comunicare tra esseri umani, ad andare d'accordo con la natura, con la società, con se stessi. (Risvolto d'autore che accompagnò tutte le edizioni Einaudi dei Racconti)